“La Regione siciliana ha già detto come la pensa. La giunta di governo ha approvato un documento con cui si mettono a disposizione circa 300 milioni per lo sviluppo della zona industriale di Termini Imerese, altri 100 li metterà lo Stato. Ma tutto questo ad una condizione non trattabile: che a Termini si continuino a produrre automobili, anche ecologiche. Il ridimensionamento avrebbe drastiche conseguenze, anche dal punto di vista sociale oltre che economico”.
Lo dice l‘assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, commentando le dichiarazioni dell’ amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne.
“Mi auguro fortemente che il dialogo tra il ministro dello Sviluppo Economico e l’amministratore delegato di Fiat sia solo all’inizio – aggiunge – Confido nella capacità di mediazione di Claudio Scajola e spero che induca il Lingotto a ritornare sui propri passi”.
Per l’assessore “resta difficile far comprendere agli italiani che una azienda come quella torinese, che nei mesi scorsi ha tentato di acquisire Opel riuscendo poi a comprare la Chrysler, in piena crisi economica, attui una politica espansionistica inglobando anche la Bertone, salvo poi decidere di chiudere o ridimensionare la produzione a Termini Imerese”.
“Non ce lo possiamo permettere, e questo il governo nazionale lo sa bene, e mi auguro che nei prossimi incontri si possa trovare una soluzione adeguata – conclude -. In ogni caso sarebbe altrettanto difficile comprendere l’eventuale concessione di incentivi a una azienda che produce all’estero e ridimensiona in Italia. Spero che Marchionne comprenda il nostro sforzo e capisca che i siciliani vogliono che Fiat resti in Sicilia ma non a ranghi ridotti”.