Covid, ricoverati molti giovani: "Stanare il virus casa per casa" - Live Sicilia

Covid, ricoverati molti giovani: “Stanare il virus casa per casa”

Torna preoccupante la situazione negli ospedali. Intervista a Bruno Cacopardo, dirigente di Malattie infettive del Garibaldi

“La partita contro il Covid si vince a livello territoriale. Penso sia arrivato il tempo di giocare in attacco contro il virus andando a stanarlo casa per casa”. Bruno Cacopardo, dirigente del reparto di Malattie Infettive del Garibaldi parla chiaro. E senza filtri. La situazione negli ultimi giorni, purtroppo, è tornata preoccupante. I ricoveri si stanno incrementando. Lunedì dal solo pronto soccorso del Garibaldi sono arrivati nove casi. È l’effetto dell’onda lunga della Pasqua. Che in molti aspettavano. Un dato preoccupante è che “l’età media dei malati è scesa drasticamente, abbiamo pazienti tra i 35 e i 45 anni. Non vediamo più gli anziani, perché sono quelli che sono stati maggiormente vaccinati – spiega il professore Cacopardo – e inoltre si proteggono da soli perché hanno una vita sociale più limitata. E per questo si contagiano e ammalano le fasce d’età più attive”.

L’aumento dell’asticella dei ricoveri deve essere frenata. E molto dipende dall’intervento sanitario a livello territoriale. Anche perché la campagna di vaccinazione sta andando avanti (nonostante i ritmi non siano spediti come si sperava). Vaccino però non significa cura, vuol dire prevenzione al contagio da coronavirus.

“La nota dolente purtroppo è la terapia – spiega Cacopardo – oggi abbiamo un’arma in più: gli anticorpi monoclonali. Ma per poterli somministrare nei tempi previsti serve, anche in questo caso, una gestione veloce ed efficace del sistema sanitario territoriale. E quindi il medico di famiglia deve segnalare il paziente positivo che può essere sottoposto alla terapia immediatamente dopo il contagio in modo che non sviluppi quelle complicanze che portano al ricovero”. 

In mancanza di una terapia, al Garibaldi da novembre Cacopardo aveva iniziato ad usare l’ivermectina, un farmaco che agisce sull’infiammazione causata dal virus. Purtroppo però da due settimane la terapia è stata bloccata. Cacopardo si limita a darci dei dati: “Io le dico che su 42 casi positivi da novembre ad aprile non ho inviato nessuno in rianimazione, adesso invece in 15 giorni ho già mandato 3 pazienti in terapia intensiva”. “Sa quale è il problema di questo farmaco così contrastato? Che costa poco ed è orfano”, è lo sfogo amaro del professore.


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