CATANIA – Un ordine del giorno stringatissimo è quello con cui è stato convocato in via d’urgenza per oggi pomeriggio alle 15 il Consiglio della Camera di Commercio del Sud Est. Il tema dell’incontro è rovente: lo smembramento della Super Camera del Sud Est. Precisamente con Ragusa e Siracusa sganciate da Catania per unirsi a Caltanissetta, Agrigento e Trapani.
Silenzio compatto, dovuto o voluto, dal fronte dei sottoscrittori dell’emendamento, tra l’altro approvato in Parlamento, con cui si vorrebbe staccare la Camera di Commercio di Siracusa da quella del Sud Est di cui fa parte ufficialmente da settembre 2017, ma formalmente – e per precisa votazione di tutti i componenti eccetto il compianto Marchesi – dal 2011. Siracusa infatti fu la prima Camera a deliberare di volersi accorpare a Ragusa e Catania in una visione economica e imprenditoriale di un territorio che voleva guardare al futuro in modo unitario.
Silenzio dunque. Sia dall’on Stefania Prestigiacomo (FI), per un grave lutto familiare che l’ha colpita alla fine della settimana scorsa e per il quale le porgiamo le più sincere condoglianze, sia dall’on. Nino Minardo (Lega) che non ha voluto rispondere ad alcuna domanda.
In compenso dal fronte opposto, quello delle imprese, delle Camere di Commercio, delle associazioni datoriali, dei sindaci (fatta eccezione, almeno per ora, per il sindaco di Siracusa, Francesco Italia) e di UnionCamere, parlano tutti e ciò che dicono cammina di pari passo al contenuto del documento licenziato dalla Consulta delle imprese di Siracusa. Anche se le parole affermate a gran voce non sempre fanno il paio con quelle che sgaiattolano sottotraccia, ma avranno tempo per farsi sentire.
Nel frattempo la domanda più frequente è quella di capire perché portare al voto, adesso, un emendamento, presentato ben prima che la Super Camera del Sud Est diventasse realtà, e poi inserito al decreto legge “sostegni-bis” e approvato (il 9 luglio scorso) in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati. Da qui dovrebbe andare al Senato la prossima settimana e assegnerà alla Regione Siciliana l’iniziativa di scorporare la Camera di Commercio di Siracusa da quella del Sud Est e di nominare commissari ad acta presso le Camere di Commercio. In che modo un decreto legge, per sua natura immediatamente applicabile, possa prevedere norme che guardano al futuro sembra un mistero anche per il costituzionalista Agatino Cariola che sottolinea dubbi anche sulla possibilità di varare una norma nazionale che sia valida solo per la Sicilia e non anche per tutto il resto d’Italia. E dubbi, ancora più forti se possibile, anche sul “come possa dividersi il patrimonio delle Camere unificate e come possano riportarsi indietro le lancette dell’orologio dopo anni di accorpamento che le ha fuse sotto un patrimonio comune” col rischio che ciascuna possa ritrovarsi più povera di prima. E non è un mistero che la Camera di Siracusa, prima dell’accorpamento, tanto ricca non era.
In più l’annunciata “eventualità di fondere Siracusa con Caltanissetta e Trapani sarebbe una follia – ha affermato Pietro Agen, presidente della Camera del Sud Est -. Basta guardare i numeri per rendersi conto che sarebbe insostenibile, al pari di un disastro. Ma quando mi è stato detto che Siracusa è stata fagocitata ho letto i contributi che sono stati erogati nei tre anni e mezzo di gestione: Ragusa è stata quella che ha preso di più, Catania e Siracusa sono a pari merito”.
Con quali cifre?
Sul totale Catania ha preso meno del 30% (cioè 198mila euro) quando rappresenta il 54%, Siracusa 171mila. Se consideriamo che Catania è tre volte Siracusa. In più Catania ha più di 40 milioni liquidi, mentre Siracusa solo 500mila euro e dovrebbe pagare 33 milioni all’INPS.
È possibile che questa situazione sia legata alla vendita dell’aeroporto?
Assolutamente sì. Il problema è che la vendita non solo è giusta ma è anche obbligatoria. Non è escluso che in tutta questa vicenda si possa intravedere il reato di aggiotaggio, un tempo riferito solo ai titoli quotati in borsa, ma oggi non più. L’operazione dell’aeroporto di Catania dà fastidio a tanti, a cominciare dal valore – oltre un miliardo di euro – e dalle aspettative.
Cosa cambierebbe per Siracusa se la vendita dell’aeroporto avvenisse con la situazione attuale o con Siracusa scissa da Catania e Ragusa?
Da sola introiterebbe una parte che le permetterebbe di risolvere parzialmente il problema pensionistico ma non gli permetterebbe di avere nessuna possibilità di sviluppo perché negli anni successivi si presenterebbe il problema del personale da sostituire. Se rimane accorpata con Catania e Ragusa verrebbe ovviamente sostenuta.
Presidente vesta i panni del veggente a breve termine.
Il presidente Musumeci e l’on. Turano, responsabile del settore, faranno quattro conti e vedranno – senza bisogno di fare ricorsi – che non è economicamente gestibile la nuova struttura che vorrebbero far nascere. Se poi, tra sei mesi un anno due anni si volesse riaprire un capitolo su Siracusa e Ragusa che ben venga, ma Ragusa dovrà essere d’accordo e a me non risulta che al momento lo sia. Di certo però non dipende dalla volontà della Prestigiacomo.
Allo stato attuale con ciò che è stato votato la competenza passa alla Regione. “La Regione può” dice l’emendamento. Se facesse l’atto deliberativo avrebbe trenta giorni per nominare, di concerto col Ministero, i commissari ad acta. Se mai si dovesse verificare questa ipotesi solleveremmo – è stato già votato all’unanimità da UnionCamere regionale – il problema di incostituzionalità al Tar e lo vinceremo fisso. Ma non credo che arriveremo a un simile errore. Non è economicamente gestibile la nuova struttura che vorrebbero far nascere.
Quale sarebbe il compito del commissario ad acta?
Si dovrebbe occupare di fare i conti dal 9 settembre 2017 ad oggi e, a bocce ferme, dovrebbe dire: questo è il totale, tanto va a Catania, tanto a Siracusa e tanto a Ragusa. Con problemi enormi. Ad es. nell’ultimo anno sono andati in pensione una decina di dipendenti come Sud Est, come si potrebbe dire a uno di questi che la sua pensione tornerebbe a Siracusa che, però, non potrebbe pagarla?
Non si tratterebbe di un diritto acquisito?
Verrebbe discusso in tribunale. Questo significa dieci anni di cause giudiziarie contro di noi, noi contro la Regione e così via. Faccio un esempio. L’ex vice segretario siracusano e un altro dirigente sono andati in pensione come Sud Est. Se una legge impone loro di andare con Siracusa, dovrebbe anche dire chi paga le spese. La legge furbescamente non lo dice, ma scarica il problema alla Regione. Ecco perché dico che né Turano né Musumeci saranno così pazzi da fare una cosa del genere. E già ieri ci hanno chiesto i conteggi che ho fatto vedere, ma non consegnato, perché preferisco che li certifichi UnionCamere nazionale.
UnionCamere cosa dice di tutto questo?
Intanto abbiamo incontrato Turano al quale abbiamo formulato la nostra assoluta contrarietà a questa operazione folle. Anche i sindaci si sono schierati con noi. E poi abbiamo aggiunto “on. Se la norma dovesse passare noi faremmo un ricorso chiamando l’intervento della Corte Costituzionale”. Tutti sanno che è una follia e chi fa finta di non saperlo lo fa per motivi elettorali. Come possono dire che Catania prende tutto? L’aeroporto ha nove posti: Catania ne ha due, Siracusa 3, Ragusa 3, Taormina 1.
A che punto è l’operazione vendita dell’aeroporto?
La prima gara è finita da tempo, quella dell’advisor giuridico. La seconda, che è una procedura più semplice, è per l’advisor tecnico che dovrà aiutarci a rimodulare il piano quarantennale che è già in corso. Poi sta per essere pubblicata, se non è stato già fatto, l’ultima gara che è quella per scegliere l’advisor finanziario. Fatto questo da un minimo di 45 giorni a un massimo di sei mesi, l’aeroporto è venduto.
Quindi entro i primi mesi del 2022?
Nella peggiore delle ipotesi chiudiamo a maggio giugno.
Per questo era importante portare questo emendamento al voto adesso?
E certo. C’era l’urgenza. Quando entrano i privati i giochetti sono finiti. Ma la cosa incredibile è che non si tenga conto dell’aspetto economico. Se facessero i conti si renderebbero conto che se vendiamo tutti insieme si otterrà un prezzo più alto. Chi compra il 60/70% cosa se ne fa dell’altro 30? Noi da soli abbiamo il 45%, la provincia di Catania ha un altro 15. E poi c’è l’Irsap, che fa capo alla regione, con la quale si arriva al 75%. La provincia di Siracusa deve vendere per legge perché è in default, non si capisce di cosa stiamo discutendo.