CATANIA – È arrivato il tempo delle decisioni consequenziali. Una volta ufficializzato (o quasi) il passaggio nella Lega di Salvini, reso plasticamente evidente ieri con l’incontro a Palermo tra Matteo Salvini e Luca Sammartino e Valeria Sudano, è il tempo delle scelte a cascata. A partire da Palazzo degli Elefanti. Domani infatti è previsto un vertice con i tre consiglieri (Giuseppe Gelsomino, Francesca Ricotta e Tomasello Mario) per stabilire il da farsi. Al momento, di certo, c’è soltanto un punto: che il gruppo denominato Italia Viva non ci sarà più. Rispetto al passaggio da Catania 2.0 a Iv – assai più lento nella tempistica – è cambiato tantissimo in termini di scenario e non avrebbe alcun senso mantenere una nomenclatura che non risponde più agli equilibri partitici che si sono venuti a palesare con l’avvicinamento al Carroccio.
Tutto il resto è ancora da definire. Il dibattito, assicurano i bisbigli, sarà franco e leale. Perché in gioco ci sono due punti di non poco conto. L’eventuale nascita del gruppo della Lega in consiglio (agganciando Alessandro Messina ed Emanuele Nasca, attualmente nel Misto) e l’ingresso nella maggioranza che sostiene il sindaco Salvo Pogliese.
Quest’ultimo punto necessiterebbe però di un grosso approfondimento, essendo stata quella di Iv una opposizione assai dura, più ancora di quella dei cinque stelle. E non solo all’indirizzo del primo cittadino, ma in particolare dell’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella, leghista della prima ora. Non è da escludere tuttavia che si possa adottare, almeno in una prima fase, un ritorno di Catania 2.0.
Non si capisce il fenomeno Sammartino-Sudano sui territori se non si tiene presente che loro sono effettivamente a capo di un movimento politico-amministrativo che sopravvive indipendentemente dalle tessere sottoscritte dai due leader. Chiamatelo 2.0 o Quadrifoglio, la forza numerica del gruppo umano sta proprio lì. A quanto risulta, i sindaci di riferimento non sembrano al momento interessati ad un passaggio nella Lega. Non lo faranno Santi Rando (Tremestieri Etneo), Marco Rubino (Sant’Agata li Battiati), Vincenzo Magra (Mascalucia) e Carmelo Scandurra (Aci Castello).
Non ora, almeno. Si tratta di sindaci a capo di alleanze civiche con dentro esponenti di centrodestra e di centrosinistra che negli anni hanno evitato di tesserarsi o in Italia Viva o nel Pd. L’eccezione potrebbe arrivare invece da Carmelo Corsaro (San Gregorio di Catania), ormai prossimo alla fine del secondo mandato. L’eventuale ingresso in Lega potrebbe supportare una più che naturale candidatura alle prossime Regionali siciliane. A quel punto la spilletta nel bavero sarebbe pressoché inevitabile.