CATANIA – Un incendio per vendicare il furto di una batteria: un pregiudicato catanese di 45 anni è stato arrestato dai Carabinieri della stazione di Ognina e del nucleo radiomobile con l’accusa di tentato omicidio e incendio doloso, dopo aver dato alle fiamme il riparo di un parente.
La baracca in lamiera
La tragedia si stava per consumare all’interno di una abitazione di fortuna ubicata in via Bartolomeo Altavilla, una baracca in lamiera e assi di legno in cui vive un 45enne. La baracca è stata costruita dal padre dell’uomo, deceduto lo scorso anno, nei pressi della sua abitazione, tenendo conto delle difficoltà economiche in cui versava il figlio.
L’uomo, dedito abitualmente all’uso di stupefacenti, per procurarsi il denaro utile all’acquisto di droga si dedicava spesso alla commissione di reati contro il patrimonio. Tra i destinatari di questi furti c’era anche il cognato, marito della sorella, il quale la scorsa notte aveva patito il furto della batteria della propria Apecar.
L’incendio
Senza pensarci due volte, il cognato si è recato nei pressi della baracca appiccando il fuoco alla stessa, senza curarsi del fatto che l’inquilino vi si trovasse dentro a dormire. Per fortuna la vittima designata, destatasi grazie alle esalazioni del fumo, è riuscita a uscire dalla struttura prima che questa ricadesse su se stessa distrutta dalle fiamme che per miracolo, grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, non hanno intaccato l’immobile confinante.
Le indagini
I militari, intervenuti sul posto, hanno ricostruito immediatamente gli avvenimenti raffigurando un quadro probatorio nei confronti dell’odierno arrestato. In particolare, i carabinieri hanno acquisito un messaggio vocale nel quale la moglie dell’incendiario preannunciava la vendetta del congiunto nei confronti del fratello, ritenuto, appunto, essere l’autore del furto della batteria dell’Apecar. I Carabinieri, recatisi immediatamente nell’abitazione del presunto autore del reato, hanno rinvenuto e sequestrato, nascosta nel sottoscala, una tanica da 10 litri piena per un terzo di liquido infiammabile.
L’autore del reato si è presentato, come se nulla fosse, nei pressi della propria abitazione, distante una sessantina di metri dal luogo del delitto, riferendo agli investigatori di essere giunto sul posto a bordo del proprio motociclo. Circostanza confutata immediatamente grazie al fatto che non aveva le chiavi con se e che il motore del motoveicolo era completamente freddo. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.