PALERMO – A San Siro non è stato un semplice fuoco di paglia. Il Palermo sembra aver trovato la formula giusta per il suo centrocampo, semplicemente con un cambio in regia. Maresca meglio di Rigoni, il campo e i numeri dicono così. Tutto a favore dell’ex centrocampista del Siviglia, ancora una volta tra i più positivi nell’ultima sfida contro l’Udinese, vero e proprio cervello della squadra nella metà campo offensiva. Non una macchina da assist ma iniziatore di tutte le azioni offensive del Palermo. Lo è stato col Milan, si è confermato contro i friulani, dove solo un Karnezis in stato di grazia ha evitato ai bianconeri una sconfitta.
Il paragone con Rigoni e con quanto fatto dal Palermo prima del suo impiego in pianta stabile da titolare è a dir poco impietoso. Nella metà campo offensiva, in due partite, Maresca da solo ha provveduto ad avviare per trentatré volte le azioni dei rosa. Rigoni ha impiegato ben otto partite per raggiungere lo stesso numero di azioni offensive nate dai suoi piedi, collezionandone una cinquantina in tutto il campionato. Indubbiamente, trovandosi a gestire una quantità superiore di palloni, aumentano anche le palle perse. Resta però tangibile l’importanza che un giocatore come Maresca ha avuto nel dare al Palermo una maggiore fluidità offensiva, come dimostrato anche la fiducia dei suoi compagni nel consegnargli palla.
L’inserimento di Maresca è l’anello che mancava al Palermo per completare la trasformazione dopo il ritiro in Friuli. Da lì si è iniziata a vedere una squadra più attenta nel possesso palla oltre che più precisa nei passaggi. Mancava un metronomo da piazzare a metà campo e lo si è trovato in Maresca. Contro il Milan il “corridoio” preferito dal numero 25 è stato quello che portava ai piedi di Barreto (tatticamente trasformatosi in un trequartista aggiunto proprio dopo la disfatta di Empoli), mentre a “Barbera” si è rivista la connection Maresca-Vazquez che lo scorso anno ha fatto ammattire le mediane di mezza serie B. Rigoni, che come già visto non tocca di certo molti palloni, ha faticato nel trovare linee di passaggio per spezzare le marcature nella trequarti avversaria. Il Palermo ha sofferto questa situazione, costringendo spesso Vazquez a ripiegare pur di salvaguardare l’equilibrio tattico della squadra. Nei nuovi assetti del centrocampo rosanero, però, c’è da fare i conti con il sovraffollamento di mediani a disposizione di Iachini per affiancare il regista. Uno tra Bolzoni e Barreto dovrà essere sacrificato, almeno nelle scelte tecniche che delineano l’undici di partenza. Il capitano appare in pole position rispetto all’ex Siena nelle gerarchie del tecnico per una maglia da titolare. Ma Bolzoni rappresenta comunque un valore aggiunto per un gruppo che ha stradominato il campionato di serie B e si sta confermando una pedina affidabile anche in questa stagione.
Tornando al paragone tra Maresca e Rigoni, nonostante le attitudini maggiormente offensive dell’ex doriano, con lui in campo il Palermo ha trovato la quadra in maniera automatica. Contro il Milan, in realtà, i rosa sono stati agevolati da una mediana non proprio solida messa in campo da Inzaghi. Il solo De Jong avrebbe dovuto prendersi cura di Vazquez e Maresca, senza contare gli inserimenti di un Barreto che si è mostrato decisivo. Contro l’Udinese si sapeva che sarebbe stato diverso, ma Maresca ha saputo disimpegnarsi bene anche in fase di rottura: a livello numerico il paragone con Rigoni è tutto per l’ex Chievo, ma con 14 contrasti vinti nelle ultime tre partite (quelle disputate di rientro dal ritiro in Friuli), l’ex Samp però si difende bene. Cinque contrasti vinti su otto effettuati in due partite, non certo numeri da mediano ma cifre rassicuranti per uno che deve pensare più a creare che a distruggere. Dovesse confermare anche questi numeri, allora il Palermo ha trovato il suo ago della bilancia. E l’equilibrio tanto auspicato da Iachini, forse, era soltanto una questione di uomini.