Ce lo ricordiamo Rocky Balboa con quel suo ‘Non fa male! Non fa male!”. Incassava pugni di ogni forma e dimensione, restando miracolosamente in piedi. E poi, quando l’avversario era sicuro di avere vinto, cominciava a menare sul serio.
Per le misteriose connessioni della mente palermitana, Rocky si è palesato alla memoria, riflettendo sulle ultime vicende politiche che riguardano il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
Per carità, il professore Lagalla è un uomo mite e non ce lo vediamo su un ring propriamente inteso. Però, è vero – i recenti sviluppi lo dimostrano – che sul ring figurato della politica ha dimostrato, pure lui, ottime doti di incassatore.
Sul Teatro Massimo, il successo è arrivato nei dintorni della campanella e nessuno può negarlo. Il sindaco, fin dal primo momento, ha sostenuto la riconferma del sovrintendente uscente, Marco Betta (nella foto insieme), votata all’unanimità dal Consiglio di indirizzo, in attesa di una ratifica ministeriale che appare logica, rispetto all’indicazione.
Inizialmente da solo, ha subito, quasi senza battere ciglio, polemiche, avversità e assalti.
Ha successivamente raccolto, dopo un incipit di incomprensioni, il decisivo sostegno del presidente della Regione, Renato Schifani. Ha tenuto il punto e ha imposto dolcemente la sua idea originaria.
Altri metaforici pugni volanti il sindaco di Palermo li ha beccati, dando il patrocinio al Pride. E non ha cambiato idea, nonostante i venti contrari.
Un profilo da incassatore che serve pure a ‘reggere’ il grande carico di problemi, dote, dannazione e destino di chi amministra Palermo.
In città si rimettono in sesto, a poco a poco, strade e marciapiedi. Non ci sono gli effetti speciali e i guai da affrontare risultano innumerevoli.
Ma c’è un lavorio quotidiano, sia pure con gli inciampi, con i ritardi, con l’impazienza legittima dei palermitani, stanchi di troppi anni difficili.
Nel frattempo, Roberto Lagalla resta nel quadrato del ring simbolico e concreto su cui ha scelto di essere. ‘Non fa male! Non fa male!”. Un solo dubbio: prima o poi menerà?