Se Palermo piange, qualche Comune “sorride”. L’approvazione, ieri, del ddl sulle riserve agli enti locali, infatti, ha finito per accontentare tutti, tranne i deputati del capoluogo. Per i quali non è servito nemmeno il patto “ibrido” tra Pdl e Davide Faraone. Il deputato democratico, oggi, contrattacca: “A Palermo ieri sono stati tolti 20 milioni”. Il presidente del consiglio comunale Campagna, ieri in aula ammoniva i colleghi residenti nel capoluogo: “Se non votate questo emendamento, come farete a circolare liberamente per Palermo?”. Il riferimento era, appunto, al subemendamento col quale Campagna e altri deputati (Scoma, Aricò, Dina e altri) hanno chiesto 5,1 milioni per l’emergenza Gesip. Simbolo di una crisi del Comune, in realtà, il cui bilancio è in rosso fisso da un po’. Direttamente a Palermo (e provincia), infatti, va solo un milioncino come risarcimento per gli “eventi metereologici avversi”.
Ma non tutti, dicevamo, sono rimasti scontenti.
Persino il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, dopo la chiusura dell’Aula diceva: “Sono state sanate alcune distorsioni che la maggioranza e il Governo avevano compiuto in Finanziaria. Infatti, in quella sede, erano stati soppressi i fondi per la raccolta dei rifiuti nelle Isole minori, quelli per i comuni del messinese colpiti da alluvione, quelli per il centro storico di Ibla, quelli per le indennità ai vigili urbani, e altre somme indispensabili agli enti locali dell’Isola”. Il Terzo polo, invece, esultava per il riconoscimento dei fondi al territorio trapanese: “Ci siamo opposti sin dal primo momento – hanno dichiarato in una nota congiunta i capigruppo Giulia Adamo (Udc), Livio Marrocco (Fli) e il deputato Mpa Paolo Ruggirello – ad un ddl che aveva completamente dimenticato il territorio trapanese. Escludere nella ripartizione dei fondi la provincia di Trapani significava ignorare quelle emergenze che hanno messo in ginocchio un’intera provincia: dall’alluvione che ha pesantemente danneggiato le saline, sino ad arrivare ai danni economici causati dalla chiusura dell’aeroporto di Birgi per via del conflitto libico”.
Insomma, il territorio ha avuto la meglio su maggioranze e opposizioni. Tanto che le maggiori critiche al ddl, ieri, sono piovute da esponenti del Pd, come Di Benedetto, Marziano e De Benedictis. A questi ultimi due, infatti, stava molto a cuore il territorio di Siracusa. Ma i loro subemendamenti sono stati bocciati dall’aula. Ecco, nel dettaglio, tutte i finanziamenti previsti dal ddl. Il totale finanziato sfiore gli 80 milioni (79,7 milioni). Tra parentesi la differenza con la prima proposta nel ddl, riformata poi dalla commissione per recuperare le somme da attribuire alle voci inserite successivamente.
Tagli e conferme
A Scaletta Zancla e Itala va, per gli interventi post-alluvione, una somma di 6 milioni (-500 mila). Con la stessa finalità, ecco anche 400 mila euro per altri comuni della provincia di Messina, tra cui Roccalumera.
A Lipari, per i progetti obiettivo Pumex, vanno 600 mila euro (+ 200mila).
Il contributo per il trasporto dei rifiuti nelle isole minori è di 4,95 milioni (+ 750 mila). A Ragusa Ibla, per le opere di risanamento e recupero, vanno 4,75 milioni (- 250 mila). Quattro milioni e mezzo, invece, andranno al comune di Comiso per l’avvio delle attività dell’aeroporto (- 500 mila).
Per la vigilanza dullr spiagge, ecco 1,75 milioni (- 250 mila). Tre milioni vanno ad Agrigento per gli interventi nel centro storico, mentre 1,1 milioni a quello di Favara con la stessa finalità, oltre che per gli asili nido del comune agrigentino (+ 100 mila).
Come detto, un milione soltanto andrà a Palermo e provincia. Cinque milioni sono stati destinati al rimborso delle spese per gli asili nido dei comuni al di sotto dei diecimila abitanti (- 600 mila). La cifra più grossa nel ddl è quella per il rimborso ai comuni delle spese per il trasporto interurbano: 17 milioni (- 500 mila). Per finanziare il Fondo di miglioramento dei servizi di polizia municipale, invece, ecco 11 milioni (- 1,5 milioni).
Scompare quasi del tutto, invece, il fondo premiale per i comuni “virtuosi” nella raccolta dei rifiuti. Da uno stanziamento previsto di 8 milioni, si è scesi a 500 mila euro (- 7,5 milioni). Quasi 600 mila euro vanno alle associazioni di enti locali, mentre di 400 mila euro è la somma che finanzierà il sostegno ai cittadini disabili (- 600 mila). Due milioni andranno ai comuni non capoluogo con più di 4 frazioni (- 500 mila). Un milione per gli interventi in favore di Aidone e Piazza Armerina per opere legate al rientro in Sicilia della “Venere di Morgantina”. Somma che si aggiunge a quella di 2,5 milioni già prevista per la sistemazione della rete viaria della provincia di Enna, proprio in occasione dell’esposizione dell’opera.
Le voci nuove
Le “voci nuove” spuntate nel ddl, dopo le accese riunioni in commissione Bilancio sono le seguenti:
Due milioni sono stati previsti come contributo per gli interventi a sostegno delle famiglie bisognose. Un milione per il centro storico di Noto, mezzo milione per quello di Caltanissetta. Per il funzionamento della Conferenza Regione-Autonomie locali stanziati 150 mila euro. Quattro milioni, invece, sono stati previsti per la voce “Servizi socio-assistenziali”. Alla Provincia di Trapani, come detto, ecco 2,8 milioni. Di questi, 2 milioni andranno all’aeroporto di Birgi, come risarcimento ai danni economici provocati dall’utilizzo della struttura per le operazioni di guerra il Libia, e 800 mila euro andranno alle Saline, come indennizzo per i danni provocati dal maltempo nel 2009. Inoltre, ecco 1,2 milioni alla Provincia di Enna per il collegamento viario con Catania.
Unico subemendamento approvato ieri all’Ars, quello che riconosce un all’Atm di Messina un credito nei confronti della Regione di 2,280 milioni. La Regione, così, s’è impegnata a restituirlo.
I finanziamenti bocciati.
“Assalto alla diligenza”, “Legge omnibus indegna”, sono solo alcuni dei commenti dei deputati ieri all’Ars. Con queste parole in molti hanno stigmatizzato il tentativo di reperire, attraverso subemendamenti presentati ieri, finanziamenti per i territori di provenienza. Ma sono stati bocciati. Ecco i finanziamenti “abortiti” in Aula.
Intanto quello che più ha fatto discutere. Si tratta del subemendamento firmato, tra gli altri, da Aricò, Campagna, Scoma e Dina col quale si chiedevano 5,1 milioni per risolvere la vertenza Gesip. E consentire al Comune di Palermo di chiudere il bilancio. Bocciato, tra le polemiche, come detto sopra.
Bocciato anche il finanziamento da un milione per Gioiosa Marea (richiesto da Panarello e altri deputati del Pd). Affondano in aula anche i subemendamenti firmati congiuntamente da De Benedictis, Marziano, Apprendi e Di Guardo: si tratta di quello da 1,5 milioni per il castello Svevo di Augusta, quello da 2 milioni per il centro di Ortigia, quello di un ulteriore milione per il comune di Noto, quello per il quartiere Roggio del comune di Lentini e infine quelloda 900 mila euro per il costone del quartiere San Giuseppe di Petralia Sottana.