A passeggio nella città fantasma | Così via Roma ha paura di morire - Live Sicilia

A passeggio nella città fantasma | Così via Roma ha paura di morire

Via Roma a Palermo

Una mattina dalle parti della Ztl a Palermo. Strade deserte, aria più pulita e negozianti angosciati. Com'è cambiata la vita in un mese.

Il reportage
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5 min di lettura

PALERMO – Qui un tempo era tutto macchine. E gas di scarico e rumore. Oggi è un mondo a parte. Un quadrilatero in cui si entra solo se proprio si deve. E te ne accorgi subito. Da un paio di elementi. Il primo colpisce l’olfatto. Che in via Cavour, scendendo giù da via Ruggero Settimo, è fin troppo sollecitato dai tubi di scappamento. Nel quadrato della Ztl, in effetti, di puzza, chiamiamola col suo nome, ce n’è assai meno. Ma anche di gente. E di segnali di vita. È mezzogiorno di venerdì, a un mese esatto dal battesimo della Zona a traffico limitato, quando ci fermiamo davanti alle Poste in via Roma. E proviamo a contare quante automobili passano in un minuto. Ne vediamo sfilare sei, una è una volante della polizia. Una frequenza da trazzera di campagna. Là dove c’era un tappeto d’auto, oggi, un mese dopo, c’è un deserto.

Non è che sui marciapiedi la musica cambi tanto. Di gente che passeggia in questa arteria off limits se ne vede davvero poca. Qualche turista dalle parti di piazza San Domenico, che ancora resiste. Poi poca roba. Sì, sono rimasti i turisti su queste strade che i palermitani ora scansano come si fa con un creditore asfissiante. “Io lavoro prettamente con i turisti e non mi lamento, loro si muovono a piedi – racconta Antonio Pizzillo del Bar San Domenico -. Certo, c’è un problema per chi deve scaricare la merce. Però non posso lamentarmi più di tanto”. Parrebbe di aver trovato un esercente che non ce l’ha con la Ztl. Quando mai: “E’ dannosissima, perché è fatta male. Dove sono i parcheggi qui intorno?”.

Già, i parcheggi, questi sconosciuti. Non c’è una voce che sentita sul tema non li evochi come convitati di pietra. “Vengono solo persone della zona. E ci sono momenti di pomeriggio che per strada potresti giocarci a pallone”, racconta una commerciante in un negozio di oggettistica di via Roma. C’è un bel sole, Palermo è bella sotto la sua luce migliore. Ma i negozi da queste parti restano vuoti. Anche se l’aria adesso è più pulita. “Noi non siamo contro la Ztl, ma è fatta male – dice Maria Luisa Castagna del negozio Carieri di via Napoli, dove non si vede passare anima viva manco per sbaglio -. I mezzi pubblici non funzionano. Chi entra con l’auto deve pagare e poi deve sborsare altri soldi per il parcheggio. Bisognava pensarci prima. Ormai si lavora solo il sabato pomeriggio e la sera qui diventa un deserto”.

Già, un deserto. Anzi, la parola che tutti usano è “coprifuoco”. “Provi a venire dopo le sei e passeggi in via Roma dalla stazione”, sfida più di un commerciante, raccontando di scenari da ghost town del Far West. “La gente ha paura. Non c’è anima viva e c’è pure buio”, sintetizza Franco Ciminna del Ferro di cavallo, storica trattoria alle spalle del Teatro Biondo. Qui fino a non molto tempo fa, a quest’ora, è quasi l’una, trovavi già un inizio di fila in attesa. Ora il locale è mezzo vuoto. “Il lavoro è dimezzato e abbiamo dovuto mandare tre persone a casa. E anzi noi lavoricchiamo, ad altri è andata peggio”, commenta Ciminna.

Tentiamo un altro piccolo cronometraggio, davanti alla Vucciria. Un minuto d’orologio, passano tre macchine. Tre. Se arrivi in Corso Vittorio Emanuele e sali su, verso i Quattro Canti, torni a percepire presenze umane. Anche perché lì, a uno sputo, via Maqueda con la sua isola pedonale fiore all’occhiello dell’orlandismo, è attraversata da passanti, indigeni e d’importazione, in abbondanza. “All’inizio non passava nessuno nemmeno là, ci vuole tempo, le abitudini non cambiano in quindici giorni”, commenta Antonella Troncato del negozio Mercurio Vintage. “Guardi, io lavoro con i turisti e grandi differenze non ne avverto. Anzi, si respira meglio, quest’estate qui l’aria era irrespirabile”. Insomma, questa Ztl non è poi tanto male? “L’operazione è stata troppo precipitosa. C’è la via Crispi bloccata in questi giorni e questo crea problemi. E poi se non permetti di mettere i tavolini sui marciapiedi… Bisogna offrire dei motivi alle persone per passeggiare”.

Già, perché in fondo sta qui la differenza con la parallela un po’ più su. Lì, in via Maqueda, la pedonalizzazione ha rigenerato una strada dove cammini a piedi. Qui in via Roma e dintorni, la musica è diversa. Qui si resta tra color che son sospesi. Le auto, poche e maledette, ci sono comunque. E il quadrilatero mangiasoldi non invita, ma respinge.

Non che prima del provvedimento della discordia, sia chiaro, qui fosse Bengodi. “E’ stato il colpo di grazia”, sintetizza Antonio Quatrosi di Camicia store. Qui, più ci si avvicina alla stazione centrale, più saracinesche chiuse si trovano. La crisi ha cominciato a mordere già ben prima delle misure di Orlando e Catania e questo non si può certo dimenticare. “Sì, ma adesso la sera qui c’è il coprifuoco. Non si vede anima viva. I commercianti chiudono pure in anticipo – prosegue l’esercente -. Io sono stato in tante città d’Italia, la Ztl c’è ovunque e certo pure qua si poteva fare. Ma servono i servizi. Se passa un 101 ogni quarto d’ora e i posteggi non esistono, finisce così. Ormai qua vengono solo col motorino”. Sì, in effetti di motorini ne passano parecchi. O almeno, sembrano parecchi rispetto alle auto, che saranno tornate alla frequenza degli anni Cinquanta.

Il giro tra le traverse svuotate continua, la musica non cambia. “Ma lo sa che qui i negozi continuano a chiudere? Si è scelta una zona troppo piccola, che così è stata tagliata fuori dal resto della città. La gente ormai va altrove”, dice Umberto Alterio, che dalla sua edicola contempla ogni giorno lo spettacolo della strada quasi deserta.

L’aria è più pulita, sì. E il sole bacia la vecchia Palermo con gentilezza. Ma respirare meglio è un lusso che solo i vivi possono concedersi. E questo pezzo di città oggi, a torto o a ragione, ha paura di morire. L’amministrazione ha aperto ai suggerimenti per migliorare la situazione. Forse una passeggiata di un paio d’ore in un giorno di sole come questo aiuta a schiarirsi le idee. E le ultime uscite di Orlando sul tema sembrano muoversi verso alcune delle istanze che arrivano da via Roma. “Mi saluti il sindaco”, sorride una commessa quando usciamo da uno dei negozi. Poi con un mezzo sorriso aggiunge: “No lasci stare, che poi magari dice che è una minaccia e che siamo tutti delinquenti”.


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