CATANIA – Ottanta ricercatori del laboratorio di ricerca Myrmex (ex laboratorio di ricerca Pfizer, conferito come ramo di azienda) stanno protestando davanti l’ingresso della Pfizer. A rischio c’è il destino dei lavoratori e del laboratorio stesso, il cui piano industriale che ne avrebbe potuto segnare la crescita, non sembra essere adeguato neppure al mantenimento delle attività. Eppure, esiste una scadenza che pende sulle teste dei lavoratori e della struttura, quella del prossimo 16 settembre, quando scadrà la clausola di “stabilità occupazionale” imposta dall’accordo. Se entro quella data non sarà trovata la soluzione in termini sostanziali (il Piano non realizzato, e ad oggi comunque stravolto, prevedeva precisi obiettivi di ricerca tossicologica e rigenerativa, la costruzione di un impianto di sterilizzazione, nonché la possibilità di accedere a fondi speciali regionali di imminente pubblicazione) non esisterà alcuna garanzia per il futuro della Myrmex. I danni? Una ottantina di famiglie sul lastrico e la cancellazione di un soggetto di eccellenza nella ricerca a Catania. Di chi la responsabilità? Filctem Cgil Femca Cisl e Uiltec Uil di Catania oggi chiedono spiegazioni proprio alla Pfizer, l’azienda che nel 2011 aprì la mobilità per ben 151 addetti ma che ha già beneficiato di fondi milionari del MIUR. I sindacati temono dunque che la cessione stessa del ramo d’azienda a fronte di tutto ciò, possa risultare inefficace.
I motivi della protesta sono anche da ricercare nell’esito della riunione conclusasi ieri tra Filctem Cgil Femca Cisl e Uiltec Uil di Catania e la stessa Myrmex, che i sindacati giudicano negativo. Nei giorni scorsi la Myrmex aveva dichiarato ai sindacati che “continua a perdurare la situazione di difficoltà dovuta ai mancati finanziamenti regionali e ministeriali previsti dell’accordo di conferimento di ramo di azienda di due anni fa”. Secondo Filctem, Femca e Uiltec, la “situazione di inadempienza determina una difficoltà tale che mette a rischio la realizzazione dell’intero progetto, che rischia quindi di saltare definitivamente. Inoltre alla nostra richiesta di consegna del contratto di conferimento tra Pfizer e Myrmex è stato comunicato da Pfizer che la copia di tale contratto si trova, secretata, presso l’Associazione degli industriali, a cui abbiamo chiesto l’urgenza di visionarla anche per l’immediata scadenza della clausola di stabilità occupazionale, inserita all’interno del documento stesso. Data che “scade” il 16 settembre prossimo”.
“La scadenza del patto di stabilità tra Myrmex e Pfizer mette in discussione l’avvenire occupazionale a brevissimo termine di 76 ricercatori – dichiara Margherita Patti, della segreteria confederale della Cgil, Margherita Patti, segretaria Cgil confederale provinciale per il comparto industriale, Giuseppe D’Aquila, segretario generale della Filctem CGIL di Catania e Giovanni Romeo, segretario provinciale della Filctem CGIL resp. del comparto chimico – dopo 21 mesi dal conferimento del centro di ricerca non è stata avviata alcuna attività e dal 16 di settembre non ci saranno più vincoli a sostegno dell’occupazione. Per questo motivo chiediamo in modo netto e deciso che tutti i soggetti che parteciparono a vario titolo al conferimento, si riuniscano in un tavolo tecnico che possa affrontare e risolvere la questione: la Regione Sicilia che si fece garante degli aspetti socio-occupazionali, il sindaco di Catania, le aziende Pfizer e Myrmex e le organizzazioni sindacali. Il territorio di Catania non può subire questo ulteriore scippo: un potenziale volano di sviluppo e di occupazione, un centro di eccellenza di sviluppo locale non può essere perduto come se nulla fosse. Tutti, a vario titolo, hanno le proprie responsabilità. Noi chiediamo che tali responsabilità vegano assunte, a cominciare dal fatto che se il conferimento a Myrmex del Centro di Ricerca dovesse fallire definitivamente, Pfizer dovrà contribuire affinchè si trovino soluzioni per tutti i lavoratori, quali il riassorbimento in forze degli stessi.”