E ora, il gioco dei due forni dalla Sicilia si sposta allo scenario nazionale. Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano, nell’Isola ha scelto la strada dell’alleanza con il Pd, a costo di perdere una serie di pezzi, con diversi uscenti alfaniani tornati in zona Cesarini sotto le insegne del centrodestra. Una scelta politica, quella del partito centrista (che ha salvato dalla solitudine il Pd), maturata dopo un’estate ondivaga. Il copione ora si riapre in vista delle Politiche. E riparte il balletto al centro, con un occhio ad Arcore e l’altro al Nazareno. Anche se tra Renzi e Berlusconi, secondo i retroscena dei quotidiani nazionali, l’unica costante sarebbe che nessuno vuole Alfano in lista.
Per frenare la possibile fuga a destra delle truppe lombarde di Maurizio Lupi, la direzione del partito di Angelino ha investito l’ex ministro del ruolo di coordinatore nazionale. E Lupi ha subito parlato del progetto di costruzione di un partito popolare italiano. “Forza Italia è il nostro interlocutore naturale”, dice l’ex ministro, aggiungendo però: “Noi non andiamo con il piattino in mano da nessuno”. Insomma, non si possono accettare veti su Angelino. Ma la linea della collaborazione del Pd è rimessa tutta in discussione. L’abbandono della legge sullo ius soli è stato un chiaro segnale.
Intanto, secondo La Stampa, Renzi sarebbe pronto a imbarcare gli alfaniani ma senza Alfano in lista. «Puoi mettere in lista la Castaldini (portavoce nazionale di Ap, ndr), puoi mettere la ministra Lorenzin, anche Lupi: Angelino invece per i nostri è un problema», confida un uomo molto vicino al segretario, citato dal quotidiano torinese. “Corteggiatissimo” in Sicilia, ora Angelino si ritrova indesiderato a Roma. E il futuro del suo progetto centrista è tutto ancora da capire. Il risultato della lista di Ap in Sicilia sarà intanto un punto di partenza per aprire qualsiasi tavolo di trattativa.