A Ustica protesta di 30 marinai che occupano aula del comune - Live Sicilia

A Ustica protesta di 30 marinai che occupano aula del comune

Trenta pescatori di Ustica (PA), praticamente l’intera marineria dell’isola, ha occupato in segno di protesta la sala consiliare del Comune, esasperata per il fallimento delle trattative che avrebbero dovuto mitigare il contenuto del decreto ministeriale dello scorso settembre che ha ridotto sia la misura delle maglie delle reti (da 18 a 10 centimetri) sia che le specie pescabili. Da metà marzo, quando si è aperta la stagione della pesca, nessun peschereccio è uscito in mare. Il provvedimento, dicono i pescatori, rischia di mandare sul lastrico anche gli operatori dell’indotto ( produttori di pesce in scatola, commercianti, ristoratori). “Queste reti – afferma Renato Mancuso, veterano dei pescatori dell’isola – costano circa 20 mila euro, interamente a carico nostro e non consentono la pesca né di pesce spada né di tonni né di alalunghe ma solo di ope, sgombri e bisi, specie poco remunerative se si considerano anche i costi di carburante oggi alle stelle e della manutenzione dell’imbarcazione”. “L’Area marina protetta di Ustica – spiega il sindaco Aldo Messina – è nata per valorizzare la pesca, oggi penalizzata rispetto a quella di altre realtà. Ustica infatti non fa parte di cooperativa pesca CoGePa e i suoi pescatori non possono accedere ai contributi del bando inserito nella misura 1.4 (piccola pesca costiera) né a quelli sull’acquacultura (sconsigliata in area protetta) né sulla pesca del bianchetto. Sono preoccupato per i risvolti occupazionali e di ordine pubblico. Chiederò un incontro al prefetto di Palermo, Umberto Postiglione. Se proprio non si potrà modificare il decreto saremo costretti a chiedere che lo Stato trovi un posto di lavoro a questi operatori dopo averli rimborsati dei costi sostenuti per l’acquisto delle loro imbarcazioni ed attrezzature. Significherebbe la fine della pesca in Sicilia”.


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