19 Giugno 2015, 20:17
3 min di lettura
PALERMO – La questione è giunta anche a Montecitorio, dove il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha presentato una interrogazione. Il tema? Gli alloggi confiscati alla mafia e che dovevano essere assegnati alla polizia. Molti di questi, invece, versano in pessime condizioni. E in alcuni casi sono stati addirittura occupati da abusivi. E il sindacato di polizia protesta: “I nostri sacrifici nella lotta alla mafia vengono vanificati in modo incredibile”.
La vicenda affonda ad alcuni anni fa, quando l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Mafia ha assegnato più di 40 alloggi alla Questura di Palermo, alcuni dei quali avrebbero dovuto essere utilizzati come alloggi di servizio in favore del personale della Polizia bisognoso di un sostegno alloggiativo. Proprio all’uso dei beni confiscati è dedicato un approfondimento nel nuovo numero di “S”, in edicola da domani.
E invece, qualcosa non ha funzionato. “A tutt’oggi – si legge in una nota del sindacato Consap – solo uno o due di questi alloggi sono stati assegnato al personale della cosiddetta “truppa” della Polizia. Alcuni di queste case, invece, spiegano i poliziotti, sono state persino occupate abusivamente da terzi, che, non pagano nè l’affitto nè le quote condominiali previste, con evidente danno all’Erario, considerato che le spese vengono comunque corrisposte dalla Prefettura. In più di una occasione la polizia è intervenuta sgombrando quegli alloggi.
Ma secondo i poliziotti, nell’assegnazione dei beni ci sarebbe stata anche una chiara disparità di trattamento: “Sembrerebbe che invece, – spiega sempre la Consap – gli alloggi che l’ Agenzia Beni Confiscati ha messo a disposizione dell’Arma dei Carabinieri, siano stati regolarmente assegnati per gli appartenenti all’Arma, con regolare concorso e contratto d’affitto a prezzi molto ragionevoli”.
Il sindacato avrebbe anche più volte chiesto alla Questura di Palermo la situazione reale di questi alloggi, chiedendone una mappatura precisa per sapere a chi siano stati assegnati, quanti ne versino in stato di abbandono, quanti siano stati o siano occupati dagli abusivi, e anche copia delle relazioni sulla situazione strutturale dei beni. Ma la Consap ha anche chiesto che tali alloggi vengano assegnati ai Poliziotti, invece di restare a marcire, con un regolare bando di gara che stabilisca i criteri per averne diritto. “La Questura di Palermo, – prosegue la nota del sindacato – pur assicurando risposte a breve ad oggi non ha risposto”. A Palermo gli alloggi sono sparsi per tutta la città: dalla zona di Brancaccio, alla Via Juvara, a Viale Resurrezione, ma ancora Via Serpotta e via Imperatore Federico.
Una vicenda paradossale, che, come detto, ha convinto anche il vicepresidente della Camera a presentare una interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Oltre ad un danno economico per lo Stato italiano – ha detto Di Maio – e ad un mancato vantaggio per i poliziotti, questa situazione rappresenta un vero e proprio schiaffo morale per coloro che hanno lottato e lottano contro la criminalità organizzata e fa insorgere il sospetto che talvolta i toni trionfalistici usati con la confisca dei beni alla mafia siano stati solo demagogici, dal momento che buona parte di questi alloggi, a Palermo e in altre realtà d’Italia soprattutto al Sud, risulta non abbiano alcun utilizzo”.
“In un momento di crisi come questo – denuncia Igor Gelarda, segretario provinciale della Consap di Palermo – sarebbe giusto assegnare queste case alle famiglie dei poliziotti con difficoltà economiche o familiari, vuoi perché hanno molti figli, oppure disabili in famiglia o altre situazioni particolari e gravi. E invece così tutto questo ben di Dio è lasciato a marcire, e i sacrifici che hanno fatto i poliziotti per la lotta alla mafia, restano solo un bel ricordo da sfoggiare durante le passerelle delle commemorazioni. Le case – aggiunge Gelarda – hanno bisogno di esser aggiustate? Bene le potrebbero aggiustare i poliziotti che ci andranno a vivere, e poi i costi per la ristrutturazione verrebbero scomputati nel corso del tempo. Noi sappiamo che la Questura di Palermo non è responsabile di questa situazione, anzi in passato ha cercato soluzioni anche attraverso la Regione siciliana. Ma lo stato attuale è questo scempio”.
Pubblicato il
19 Giugno 2015, 20:17