PALERMO – Da ieri ha deciso di smettere di alimentarsi, Giuseppe Palazzolo, 38 anni, uno dei 262 dipendenti del call center palermitano di Accenture. “Non mollo fino a quando non avremo garanzie sul nostro futuro cristallizzato nero su bianco in accordo che ci tuteli per davvero” dice il dipendente della multinazionale che 14 anni fa lo ha assunto mentre si trova davanti ai cancelli dell’azienda in via Ugo La Malfa, per rivendicare il suo diritto al lavoro – Da qui non mi muovo, altri miei colleghi sono pronti ad unirsi alla protesta”. Da due settimane 262 addetti di Accenture protestano perche’ sono convinti che la decisione di British Telecom di recedere anticipatamente dal contratto con la loro azienda sia l’anticamera dei licenziamenti collettivi e per questo chiedono alle istituzioni di intervenire prospettando soluzioni utili a garantire i livelli occupazionali.
“Quando due settimane fa Renzi è giunto in visita a Palermo – dice ancora il lavoratore – abbiamo consegnato anche a lui la maglietta simbolo della nostra protesta. Ci ha promesso che avrebbe fatto qualcosa, ma al di là delle promesse ancora non ci sono soluzioni. Chiediamo alle istituzioni di intervenire”. Ieri si e’ svolto un incontro a Roma tra i sindacati e le due aziende sul futuro dei 262 addetti della multinazionale. La proposta illustrata da Accenture e Bt pero’ non piace ai rappresentanti dei lavoratori. “Per noi e’irricevibile – dice Vincenzo Daniele della Rsu Uilcom di Accenture – prevede la sottoscrizione di un accordo individuale cosiddetto tombale, con il quale i dipendenti si impegnano a rinunciare ai diritti quesiti maturati in Accenture e non di fare vertenza, la riduzione del costo del lavoro e la ripartizione del personale tra le due società. Non ci stiamo non ci sono garanzie, ne’ margini di trattativa se le condizioni sono queste”. (ANSA)