PALERMO – C’è chi è in procinto di uscire dalle secche, chi vede la luce in fondo al tunnel e chi spera invece in un anno decisamente migliore. Il mondo del lavoro, a Palermo come nel suo hinterland, vive grandi e piccole vertenze: aziende in crisi, ditte che chiudono e dipendenti sull’orlo del licenziamento e con una normativa del lavoro in continua evoluzione. Secondo i dati della Cisl, sarebbero circa 10mila i posti a rischio. Ecco le maggiori vertenze.
ALMAVIVA E’ uno dei call center più grandi di Palermo e conta 3.998 i lavoratori nelle due sedi di via Cordova e via Marcellini: 3.198 assunti con contratti a tempo indeterminato, la restante parte con contratti di lavoro a progetto. Nell’ultimo incontro i vertici dell’azienda hanno illustrato ai sindacati un piano di ristrutturazione che prevede entro giugno la chiusura di una delle due sedi cittadine ed esuberi per circa mille dipendenti. L’intera impresa, in tutta Italia, verrebbe scorporata con la creazione di due ditte in Sicilia. I sindacati chiedono l’intervento della Regione per l’individuazione di una nuova sede.
TOMASELLO Lo storico pastificio di Casteldaccia ha chiuso i battenti, mentre sono in corso trattative per la cessione dell’attività imprenditoriale e la salvaguardia di 56 posti di lavoro. La Regione ha promesso un intervento normativo per la tutela dei marchi storici e di qualità.
GRANDE MIGLIORE Dopo i bandi andati deserti, si riaccende una flebile speranza per la riapertura del punto di viale Regione siciliana. Sono 160 i lavoratori interessati. La curatela ha annunciato la pubblicazione di un nuovo bando, che favorisca le aziende che salvaguardano più posti. Sarebbero tre le cordate pronte a intervenire.
ACCENTURE Sospiro di sollievo per i 262 lavoratori del call center. British Telecom Italia acquisterà infatti il ramo d’azienda e dalla prima metà di gennaio i dipendenti torneranno in servizio in via Puglisi. I lavoratori rinunceranno a buoni pasto e a un 20% dell’indennità di turno.
FOR YOU Call center palermitano che conta 400 dipendenti. Sono già in atto i contratti di solidarietà, ma anche qui la carenza di commesse mette a repentaglio i posti di lavoro provocando esuberi. Avviata la cassa integrazione straordinaria a rotazione per 130 lavoratori.
FIAT Si riparte da Bluetec. E’ stato firmato al ministero l’accordo per la nuova azienda di Metec e Stola, che garantirà sia i dipendenti diretti che l’indotto per un totale di oltre mille lavoratori che rientreranno da qui al 2018. Si produrrà componentistica, mentre in una seconda fase ci sarà spazio per la progettazione di due auto ibride. L’investimento previsto sfiora i 300 milioni di euro.
KELLER Opera nel settore dei veicoli ferroviari ma è in fallimento. I 192 lavoratori siciliani godono della Cig in deroga. Sinora alcuni gruppi hanno manifestato interesse per i capannoni di Carini, ma intanto il Tribunale di Cagliari ha dichiarato il fallimento contro cui si è opposto il ministero, nella speranza di accedere all’amministrazione straordinaria scongiurando così i licenziamenti.
ITALTEL L’azienda di Carini opera nel settore delle telecomunicazioni e conta 230 addetti. Un accordo è stato siglato lo scorso 25 gennaio per evitare gli esuberi annunciati a livello nazionale di circa 300 unità e prevede il contratto di solidarietà per circa 150 dipendenti e la cassa integrazione straordinaria per 38 unità con rotazione trimestrale. E’ stata inserita inoltre anche la mobilità volontaria per l’esodo incentivato. Il piano industriale è stato approntato sulla base della crisi del settore e la carenza di commesse lamentata dall’azienda. Adesso però Cig e contratti di solidarietà andranno in scadenza, a Roma è aperto un tavolo di crisi.
SELITAL Con sede a Carini, realizza schede elettroniche. Annunciati 100 esuberi su 164 dipendenti totali, con il trasferimento di parte della produzione.
ANSALDO BREDA Sono 160 gli operai dell’azienda carinese (che opera nel settore del materiale rotabile), per la quale è stata approvata la cassa integrazione ordinaria a rotazione (circa 50 unità). A marzo è stato siglato un accordo che ha fermato al momento l’ipotesi di chiusura dello stabilimento, avanzata da Finmeccanica. Una cordata cinese sarebbe interessata all’acquisto del 100% della società, ma non all’impianto del capoluogo siciliano in cui le commesse arrivano solo fino al 2015. Aperto un tavolo al Mise.
HOTEL L’Idea Hotel di piazza Einstein ha chiuso, lasciando 17 dipendenti senza lavoro, e presto potrebbe seguirne l’esempio anche il Cristal di via Roma che ne conta 27.