CATANIA- È arrivata con la stessa dirompenza di un fulmine e ha lasciato tutti attoniti. Dario Tornabene, commissario ad acta della Camera di Commercio di Siracusa, ha firmato ieri la delibera n. 5/2016 con cui revoca la volontà di uscire dall’accorpamento della Camera del Sud Est da parte della CCIAA di Siracusa. E la revoca si intende immediatamente esecutiva.
Non è una delibera di poco conto visto che su questa vicenda c’è stata una battaglia aperta che ha coinvolto la Regione Siciliana, il Ministero dello Sviluppo Economico e diversi legali. Tutto è iniziato il 17 giugno 2016, cioè il giorno dopo la pubblicazione del decreto regionale di accorpamento della Super Camera di Catania, Siracusa e Ragusa. Con una convocazione di urgenza la CCIAA di Siracusa, presieduta da Ivan Lo Bello, convocò il consiglio camerale per votare l’uscita dall’accorpamento che era stato accettato e ratificato all’inizio del 2015. La votazione passò con tutti Sì tranne due, anche se furono fortissimi i dubbi che la governance camerale aretusea avesse i poteri per quest’atto. Tre giorni dopo, il 20 giugno, venne inviata una nota al Mise per comunicare la decisione presa. E il Mise rispose, un mese dopo, per ribadire che la CCIAA di Siracusa non aveva alcun potere di blocco o di revoca su quanto era stato deliberato in precedenza e a maggior ragione dopo il provvedimento del Ministero che dava il via all’accorpamento.
Intanto il 24 giugno il presidente Crocetta nominava, per tre mesi, Tornabene commissario ad acta della CCIAA di Siracusa e a settembre gli ha rinnovato l’incarico per altri sei. Nel frattempo il Caso Sac SpA catalizzava l’attenzione e la costituzione del Collegio di Garanzia, ad agosto, passò quasi inosservato. Ma fu una meteora in ogni caso visto che è nato solo sulla carta di un decreto assessoriale. La Super Camera invece mille volte sembra lì lì per partire e poi scompariva di nuovo in un continuo andirivieni di promesse, delibere, errori e dimenticanze.
Eppure mai nulla era stato fatto dal commissario di Siracusa. Fino a oggi. E gli effetti sembrano devastanti soprattutto per chi la battaglia di separarsi dall’accorpamento con Catania e Ragusa l’ha condotta in prima linea. Tra loro c’è Pippo Gianninoto vice presidente della CCIAA di Siracusa che paragona questa delibera “a un pugno al territorio di Siracusa” anche alla luce del documento, inoltrato pochissimi giorni fa a Crocetta, firmato da tutti i deputati nazionali e regionali di Siracusa (meno uno) e la stragrande maggioranza di Ragusa. La richiesta era chiara e precisa: sospendere l’iter di accorpamento.
Adesso la voglia di opporsi è grande e Gianninoto non lo nega. “Siamo tramortiti e meravigliati di quest’atto così forte. Valuteremo e ci opporremo. Non riusciamo a comprendere il perché di questa accelerazione così veloce dal momento che il Consiglio dei Ministri la prossima settimana dovrebbe varare la nuova legge (Madia, nda). È un atto politico, ma non me lo spiego. Il territorio era compatto per il no: sindaci, consigli comunali, deputati, associazioni di categoria, ordini professionali. A Vibo Valentia e Crotone per lo stesso procedimento, con le stesse motivazioni del mancato rispetto della procedura, il Consiglio di Stato aveva dato ragione a chi aveva revocato la propria delibera. Siamo attoniti – continua Gianninoto – e convinti che c’è la precisa volontà di toglierci la rappresentanza come è stato per la Banca d’Italia, per gli aeroporti, per il porto e tutto il resto. E credo ormai che tra domani e dopodomani Crocetta farà l’insediamento della Super Camera, anche se ancora deve essere assegnato il seggio alla sezione agricoltura”.
Forse Gianninoto non ha torto se è vero che il decreto di insediamento della Super Camera del Sud Est è sul tavolo di Crocetta pronto per la firma.
