Accuse e repliche | La guerra dei rifiuti - Live Sicilia

Accuse e repliche | La guerra dei rifiuti

I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede.

Semaforo russo
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Il presidente della Regione Nello Musumeci assicura che tra due anni l’emergenza rifiuti in Sicilia sarà solo un brutto ricordo, gli crediamo e facciamo il tifo per lui se non altro per nostra convenienza. Intanto, però, si sta consumando uno scontro durissimo, forse inedito, comunque impossibile da ricondurre alla normale seppure accesa dialettica politica e/o istituzionale e che dovrebbe allarmare lo stesso Musumeci, a prescindere da un’eventuale ricomposizione del conflitto sul versante meramente amministrativo.

Tutto parte da una nota del dipartimento regionale rifiuti che impone ai comuni con una differenziata inferiore al 30% di portare oltre lo Stretto l’immondizia – firmando entro il 31 luglio i contratti con gli operatori che hanno aderito al bando – pena la decadenza di sindaci e giunta. Impietosa e tranciante la risposta del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, pure nella qualità di presidente dell’Anci-Sicilia (l’associazione dei comuni siciliani), che denuncia il rischio per il governo di Palazzo d’Orleans, in materia di rifiuti, “di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent’anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria e dall’altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini”.

Parole simili a un terremoto, ma il professore non si ferma qui e aggiunge: “All’indomani dell’insediamento della struttura commissariale (a seguito della dichiarazione del governo nazionale sullo stato d’emergenza rifiuti in Sicilia e della conseguente nomina del presidente Musumeci a commissario delegato n.d.a.), ho fornito per quanto riguarda la città di Palermo un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti, di esclusiva competenza di quella struttura, che erano allora urgenti e possibili e sono oggi urgentissimi e necessari. Basta ricordare che ad oggi la Regione non ha neanche risposto a tale nota, perché sia chiaro a tutti come la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati”. Espressioni forti, un j’accuse che non potrà rimanere privo di conseguenze, principalmente sul piano dell’attività d’ufficio della magistratura penale – già interessata secondo quanto dichiarato dal sindaco del capoluogo siciliano – e dopo su quello prettamente amministrativo.

A questo punto i cittadini, che pagano tasse abbastanza salate per vivere in ambienti puliti e salubri, hanno il diritto di conoscere la verità sul grado di responsabilità delle diverse istituzioni coinvolte. Hanno diritto di conoscere la fondatezza e la portata delle accuse del sindaco di Palermo anche circa “ la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti – è un ulteriore significativo passaggio dell’intervento di Orlando – privilegiando l’affidamento ad un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più puntando alle città metropolitane e su Palermo dove l’esistenza di una partecipata interamente a capitale pubblico ha fino ad oggi escluso interessi speculativi dalla gestione dei rifiuti” (il riferimento è al disegno di legge governativo di riforma del sistema rifiuti in Sicilia).

In breve, i cittadini siciliani hanno il diritto di sapere perché si ritrovano perennemente sommersi dai rifiuti e quali sono le prospettive per il futuro in termini di modalità di affidamento del servizio (mani pubbliche o private?). Al di là della guerra in atto sopra descritta ciò che sta accadendo, lo ripetiamo, non può essere definito un episodio per quanto bollente ascrivibile alla categoria dei fisiologici contrasti politico-istituzionali.

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