ACIREALE – Dalle urne è uscito un verdetto chiaro. Quello che, ad Acireale, il ballottaggio vivrà sull’onda di un duello di fuoco. Nella scheda elettorale gli acesi dovranno scegliere tra Roberto Barbagallo e Michele Di Re, ma dietro i rispettivi progetti vi sono due politici di lungo corso, forse i veri protagonisti di questa campagna elettorale: il centrista Nicola D’Agostino e l’uomo di destra, Basilio Catanoso. Nulla che già non si sappia, per carità. Quelli che in gergo si potrebbero definire i “mentori” dei due candidati sindaco, e forse i due volti che in molti avrebbero voluto vedere sfidarsi in prima persona.
Una sfida a distanza. I due titani della politica acese in un primo momento gettano acqua sul fuoco. “Più che di scontro io parlerei di confronto – afferma Nicola D’Agostino – smentire questo dualismo non sarebbe realistico. Ma io e Catanoso stiamo solo dietro questi due progetti politici, lo scontro vero è tra Roberto Barbagallo e Michele Di Re”. “A me non interessa scontrarmi con nessuno – dichiara, invece, Catanoso – Lo abbiamo dimostrato anche facendo un passo indietro”.
Ma i toni diventano roventi dopo una dichiarazione di Nicola D’Agostino. Per il deputato all’Ars il ballottaggio del 9 giugno assume i contorni di uno scontro tra “vecchio e nuovo”. “Con il vecchio – affonda l’esponente dell’Udc – che cerca di riconfermarsi sotto mentite spoglie”. Affermazioni a cui Catanoso risponde senza peli sulla lingua: “Certo che è uno scontro tra vecchio e nuovo. Tra noi e il vecchio sistema di fare politica di D’Agostino con Lombardo prima e D’Alia dopo”. Lapidario dunque il deputato di Forza Italia, che ribalta l’identità di “vecchio e nuovo” rispetto a quella pensata dal parlamentare centrista. “Nuovo? – si interroga ancora Catanoso – Sono quattro finte liste civiche basate sempre sullo stesso sistema di potere. A parlare è l’arroganza di D’Agostino”.
“Le affermazioni di Catanoso – commenta D’Agostino – mi provocano semplicemente ilarità. Ovviamente tutta Acireale ne riderà. Io da 10 anni sono all’opposizione del suo governo che tanti danni ha prodotto a questa città e i cittadini acesi non sono stupidi. Poi, a proposito di Lombardo, mi pare che il suo partito sia alleato di Di Re. A parte la clamorosa gaffe – ironizza – mi sembra strano che Catanoso non se ne sia ancora accorto”.
Ma spulciando nei curricula dei due politici acesi, la parola “nuovo” forse non è proprio attinente a nessuno dei due. Basilio Catanoso è un uomo che la politica la conosce fin sotto il tappeto. Nel 1994 è stato consigliere provinciale. Nel ’96 entra all’Ars. Ma la permanenza più ampia è alla Camera dei Deputati. È onorevole per ben quattro legislature. Ex An, aveva sposato il progetto di Berlusconi e Fini traghettando nel Popolo della Libertà. Con lo scioglimento del Pdl, Catanoso ha scelto di rimanere fedele al Cavaliere.
Quella di D’Agostino, invece, è una storia politica tutta in chiave centrista. Dal 1998 al 2003 è consigliere comunale. Il salto in quota Udc è del 2003, quando assume il ruolo di assessore comunale. Dal 2004 al 2008 è consigliere del Movimento per L’Autonomia di Lombardo. Va male nel 2009 la campagna elettorale per le comunali quando si candida a sindaco. Gli elettori consacrano invece Nino Garozzo per il secondo mandato. D’Agostino dopo l’elezione a deputato regionale divorzia dalla “colomba” autonomista per seguire l’amico Giovanni Pistorio nell’Udc.
Qualcosa di “nuovo” alla fine di questo duello però sicuramente ci sara: è sara il nome del nuovo sindaco.