Sicilia, Regione boccia 17 dirigenti per dipartimento Acqua e rifiuti

La Regione boccia 17 suoi dirigenti, per Acqua e rifiuti caccia all’esterno

Si cerca un nome per una delle poltrone più calde della burocrazia regionale

PALERMO – All’atto di interpello interno avevano risposto 17 dirigenti di ruolo, ma alla fine il posto per la guida del dipartimento Acqua e rifiuti della Regione Siciliana è rimasto senza un titolare. Spazio quindi al piano B: la ricerca di un dirigente generale esterno.

Un dirigente per Acqua e rifiuti

Si tratta di una delle poltrone più calde della burocrazia regionale. Nell’ottobre 2023 il timone di Acqua e rifiuti fu affidato ad interim a Calogero Burgio, che reggeva già il dipartimento Energia. Una soluzione tampone che però a febbraio è stata accantonata per individuare un nuovo dirigente. Da qui la scelta di un atto di interpello interno per verificare le candidature tra gli alti burocrati regionali.

Bocciati in 17

I 17 dirigenti che hanno avanzato la propria candidatura, però, sono stati bocciati dalla stessa Regione. “Nessuno soddisfava congiuntamente i requisiti tecnici e le caratteristiche insite al ruolo di raccordo con l’organo politico”, ha scritto l’assessore all’Energia Roberto Di Mauro nella nota con la quale ha evidenziato la necessità di passare all’avviso per il personale esterno.

Acqua e rifiuti, spazio a un ‘esterno’

Dopo l’ok della Giunta al piano B proposto dal vertice dell’assessorato di viale Campania, è arrivato il nuovo avviso. La firma sull’atto è della dirigente generale del dipartimento Funzione pubblica, Carmela Madonia. Questa volta si andrà a pescare “tra le professionalità all’esterno dell’amministrazione regionale” per un incarico della durata di due anni.

I requisiti

Diversi i requisiti: dall’esperienza, ovviamente, nel settore acqua e rifiuti a quella nella gestione dei fondi extraregionali. L’aspirante dirigente del dipartimento Acqua e rifiuti, inoltre, dovrà sfoderare i propri titoli accademici o, “in alternativa”, l’esperienza maturata con funzioni dirigenziali “presso amministrazioni o enti pubblici, comprese – si legge – le società partecipate”.

I tempi sono strettissimi. Il conto alla rovescia per la presentazione delle domande scatterà alla pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana. Da quel momento ci saranno dieci giorni per gli aspiranti al posto da dirigente esterno.

Il nodo termovalorizzatori

Il dipartimento sarà uno dei punti nevralgici delle attività della Regione nei prossimi mesi. Al nuovo dirigente andrà il compito di avviare la macchina per la costruzione dei due termovalorizzatori voluti dal governo regionale che li ha inseriti nel proprio Piano rifiuti, che è stato aggiornato ad aprile e che ora deve ottenere diversi pareri prima di diventare operativo.

Il governatore Renato Schifani, che a febbraio è stato nominato commissario di governo per la realizzazione dei due impianti che dovrebbero sorgere sul versante occidentale e su quello orientale della Sicilia, spera di arrivare all’ok definitivo al piano entro l’estate. A quel punto potrà partire la fase di progettazione dei termovalorizzatori. Il costo dovrebbe aggirarsi sugli 800 milioni di euro: abbandonata l’idea del project financing, è stata scelta la strada del Fondo sviluppo e coesione 2021/2027.

Il dossier acqua

Non solo rifiuti, però. Il nuovo dirigente del dipartimento avrà a che fare con il capitolo acqua, in una estate che si annuncia durissima per la siccità che ha colpito la Sicilia. Dovrà occuparsi, tra gli altri, di assicurare la piena funzionalità delle dighe. Ce ne sono 26, tra non collaudate e incompiute, che potrebbero alleviare la sete della Sicilia ma che per ora restano soltanto dei fantasmi. Bisognerà inoltre coordinare gli investimenti con i fondi comunitari e del Pnrr per reti di distribuzione e invasi.

Tutto questo in un assessorato, quello all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, che è alle prese con una atavica carenza d’organico. Nell’agosto del 2023 il governo regionale decise di sopperire all’assenza di dirigenti d’Area e di Servizio, con potere di firma, promuovendo i funzionari direttivi di ruolo. Due mesi dopo arrivò l’esito di quella mossa, con cinque promozioni per altrettanti funzionari.

Questa volta manca la poltrona più importante, quella che deciderà su acqua e rifiuti: due crucci del governo regionale in una Sicilia che dovrà affrontare lo spettro della siccità e dribblare l’ennesima emergenza immondizia.


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