Acqua razionata, si parte lunedì? | L'Amap smentisce: "Non è vero" - Live Sicilia

Acqua razionata, si parte lunedì? | L’Amap smentisce: “Non è vero”

Una panoramica dell'invaso di Piana degli Albanesi quasi a secco

Invasi a secco. Rumors di razionamento dal 12 febbraio. L'azienda acquedotti: "Attendiamo il Cdm".

PALERMO – Lo spettro del razionamento dell’acqua continua ad aleggiare su Palermo e provincia. I rumors di un avvio della turnazione idrica si susseguono di giorno in giorno arricchendosi persino di tabelle, dettagli e particolari sul piano che Amap e Comune hanno già predisposto per far fronte all’emergenza siccità. Alcuni media hanno diffuso una data di inizio (lunedì 12 febbraio) del razionamento idrico. Ma nonostante ciò il presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo smentisce stamattina che sia in programma “da lunedì prossimo la turnazione idrica”.

L’acqua a giorni alterni sta diventando un giallo. “Smentiamo categoricamente le notizie pubblicate da alcuni organi di informazione – dice la numero uno dell’azienda di via Volturno -. Comune e Amap per prendere una decisione in materia sono in attesa del Consiglio dei ministri per la dichiarazione dello stato di calamità che dovrebbe svolgersi l’8 febbraio prossimo. Nella stessa occasione sarà nominato un commissario straordinario per dirigere le operazioni necessarie ad affrontare la crisi. Sarà lui a decidere che misure adottare e quando. Ripeto, al momento non si parla di turnazione”.

Questa la posizione di stamattina dell’Azienda acquedotti palermitana che gestisce la rete idrica, posizione concordata sabato scorso nel corso di un vertice con il sindaco Leoluca Orlando e il vice Sergio Marino. “Il sindaco è in costante contatto con il presidente della Regione Nello Musumeci e con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per garantire tutto il supporto necessario in prossimità della seduta del Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo in cui dovrebbe essere dichiarato lo stato di emergenza con il conferimento di poteri straordinari al commissario – si legge in una nota diramata dopo la riunione -. Il Cda di Amap ha puntualmente riferito su tutte le azioni intraprese e la progettualità presentata. Nei prossimi giorni verrà completato e definito nel dettaglio il piano di turnazione con la individuazione di aree e tempi di erogazione così da consentire al Commissario il suo eventuale avvio”.

Intanto però le indiscrezioni si susseguono, e dopo una prima versione del piano di razionamento che avrebbe visto la città divisa in quattro grandi aree in base alle circoscrizioni, oggi trapelano invece nuovi dettagli. La turnazione partirebbe con dei test per mettere alla prova tubazioni e sottoreti giorno 12 febbraio dalla parte sud-est della città: si tratterebbe dei quartieri del centro storico, Brancaccio, Oreto, Stazione, Falsomiele, Bandita e Bonagia. Quest’area verrebbe divisa in tre macro aree per consentire un’attivazione del piano in tre giorni. Verificata la fattibilità, intorno al 19 febbraio il razionamento dovrebbe arrivare a coinvolgere il resto della città, quindi la parte nord-ovest fino a Mondello e Sferracavallo. Palermo così divisa dovrebbe ricevere l’acqua un giorno sì e due no, ma alcuni quartieri, in base all’estensione, ma anche alle statistiche rispetto a furti e allacci abusivi, avrà la possibilità di rifornirsi più o meno ore rispetto alle altre. Tra le più penalizzate per motivi legati agli illeciti, secondo indiscrezioni non confermate, sarebbe Brancaccio, che potrebbe ricevere l’acqua solo di notte e per appena 12 ore, al contrario degli altri quartieri che avrebbero la possibilità di sfruttare e raccogliere acqua per 24 ore.

Sulla questione è intervenuto l’ex assessore Giusto Catania, puntando il dito contro la Regione: “Palermo resta a secco a causa della gestione fallimentare di questi ultimi anni. Le disastrose politiche della Regione ci riportano indietro nel tempo, con l’erogazione dell’acqua a giorni alterni ed enormi disagi per i cittadini. La privatizzazione dell’acqua con Siciliacque, l’affidamento della gestione degli invasi e delle reti di distribuzione a soggetti terzi, hanno soltanto aggravato il problema in Sicilia. Il contribuente oggi paga l’acqua più che in altri luoghi d’Italia – continua il consigliere di Sinistra comune – ma gli invasi sono vuoti e Palermo dovrà chiudere i rubinetti per un’emergenza idrica annunciata. Gli invasi sono vuoti non solo perché manca la pioggia, ma per le condizioni delle reti di distribuzione e delle dighe, affidate a soggetti terzi. E’ necessario ritornare alla gestione pubblica del settore, in primis per la manutenzione delle reti idriche e la soluzione dei problemi strutturali delle dighe”. Molto critica anche la consigliera dell’Udc Sabrina Figuccia: “Si tratta di una situazione che poteva e doveva essere prevista, ma soprattutto evitata. Non si può infatti pensare di attribuire tutte le colpe alle mancate precipitazioni, altrimenti qualcuno potrebbe pensare di risolvere il problema chiamando qualche sciamano esperto in danza della pioggia. Mi sono recata personalmente presso la diga di Piana degli Albanesi – sottolinea Figuccia – una delle quattro che servono Palermo e che ad oggi si presenta quasi completamente vuota. Presenti alcuni rappresentanti del territorio che denunciano gravi inadempienze nella gestione e nella manutenzione dell’impianto, a causa delle quali ogni anno si perdono milioni di metri cubi di acqua preziosa. Acqua che oggi a Palermo rischia di portare indietro le lancette di tanti, troppi anni. Gli stessi anni in cui il Orlando era Sindaco per la prima volta e in tutti i quartieri campeggiavano enormi silos in acciaio”.

Insomma, ai palermitani non resta che attendere ancora e sperare nella pioggia, eventualità ormai sempre più remota viste le previsioni meteo e le condizioni critiche in cui versano i livelli degli invasi praticamente a secco. E mentre la Regione nel prossimo incontro con Amap di giovedì probabilmente tornerà a chiedere uno scatto in avanti del Comune, evitando di attendere ancora le decisioni da Roma, le misure alternative, come requisizione di pozzi, ripristino delle tubazioni rotte e dissalatori fissi e mobili lungo le coste, sembrano ormai davvero troppo lontane.


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