“Vi sono, oltre ai giudizi dei giudici, anche i giudizi politici cioè le conseguenze che da certi fatti accertati trae o dovrebbe trarre il mondo politico”. Lo diceva un giudice, Paolo Borsellino. La sentenza di primo grado emessa dalla Sez. III collegiale del Tribunale di Palermo, ha ritenuto che Antonello Antinoro ha comprato dei voti in cambio di denaro da personaggi che, poi, si è scoperto essere appartenenti a Cosa Nostra. Un reato quello di cui all’art.96 DPR n.361/57 che merita una giusta condanna, perché chi cerca di esser eletto anche grazie a “patti” del genere sfigura l’onore della Repubblica italiana, tradisce la fiducia di tutti quei cittadini che lo hanno votato in buona fede, avvelena la fonte della nostra democrazia, la sovranità popolare, la Costituzione.
Questa condanna (qualora fossa confermata dai successivi gradi di giudizio) sarebbe, però, come un’operazione chirurgica che rimuove un tessuto malato, ma che non intacca la radice del male. La soddisfazione per una sentenza di condanna (non definitiva) per una condotta individuale, non lenisce e non può celare il profondo sconforto che ci assale pensando al contesto sociale che farebbe da sfondo a questo reato, sul quale i Tribunali non possono e non devono intervenire.
Ci rivolgiamo idealmente a te, concittadino, per chiederti di non piegarti alla logica che “ siccome fanno tutti così, a cominciare dai politici, lo faccio pure io, guardo il mio e faccio quello che mi semplifica la vita e che mi torna utile”. Quello che ti chiediamo è di tenere duro, di cercare e sostenere chi, nella società, riesce ancora a dare credibili messaggi di operosa speranza. Ti chiediamo di difendere il libero esercizio di uno dei diritti più importanti che ti spettano: il diritto al voto, attraverso il quale si manifesta la Sovranità Popolare. Non barattare mai il tuo voto con una promessa, con una regalia, con l’ingresso in giro di interessi o in elenchi di clientele primo o poi da ripagare. Scambiare il proprio voto per un qualcosa del genere equivale a vendere la propria dignità di uomo libero. La condanna in primo grado di Antinoro non ci solleva dalle nostre responsabilità.
Ricordiamocelo sempre, soprattutto in momenti come questi, con un dibattito per le future amministrative dove mancano del tutto considerazioni di questo tipo. Si parla quasi esclusivamente di alleanze tra partiti, ma non di candidati onesti e credibili, non di criteri trasparenti per individuarli, non di programmi e coperture finanziare. Discorsi più o meno vacui dietro i quali si nascondono apparati e pratiche per rastrellare quanti più voti possibili, non importa come. Chiediamo, infine, all’onorevole Antinoro di fare un passo indietro e di dimettersi dalle cariche pubbliche/elettive che ricopre per il bene e l’interesse del popolo siciliano”.
Comitato Addiopizzo