CATANIA – Già si pensa al dopo Laneri. Non da oggi ma da circa una settimana. E ci sarebbe pure un nome, si tratta del figlio del re dei torroncini di Belpasso, Giuseppe Condorelli che alcuni giorni fa sarebbe stato raggiunto dalla telefonata di un senatore per sapere se era disposto ad accettare l’incarico di amministratore delegato della Sac. Ben prima, quindi, che il Collegio dei sindaci esprimesse il parere tanto atteso. Una notizia, ma in realtà è una voce che si espande insistentemente, da far girare la testa e che rimanda alla visita di Renzi fatta, mesi e mesi fa, proprio nello stabilimento di Belpasso. Tra i tanti presenti a quella visita c’erano anche Fabio Scaccia (e i bene informati danno anche lui tra i papabili) e Pietro Agen che in questo momento è in ottimi rapporti con il numero uno di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Insomma la partita che si sta giocando con la Sac è la più importante per il potere politico e imprenditoriale non solo catanese ma anche regionale. Una sorta di laboratorio politico i cui risvolti potrebbero anche arrivare oltre lo Stretto. Cosa farà Crocetta? Sul piatto intanto restano i nomi che già circolavano in estate e cioè il professore universitario Rosario Faraci, l’imprenditore ai vertici di Federalberghi Nico Torrisi e Pasquale Pistorio manager dell’Etna Valley. Ma il governatore ci ha abituato anche ai suoi colpi di scena: potrebbe entrare infatti in gioco nuovamente Ornella Laneri se (come ha annunciato lo stesso Crocetta ) si potrà modificare lo statuto di Sac.
Bisogna avere la pazienza di aspettare che le alleanze si consolidino e prendano forma e che le cene esauriscano tutte le portate come quella che era in programma mercoledì sera tra il governatore e Totò Cardinale.
Intanto però alla Sac si continua a lavorare. “Fino a quando il mio badge funzionerà io continuerò ad andare a lavoro. Non lo faccio per me, ma per i dipendenti che in questo momento sono disorientati”. Con queste parole Ornella Laneri è tornata anche ieri negli uffici della Sac SpA. Sul tavolo, intanto, restano molte incertezze. Tra queste conoscere l’esatto contenuto del parere dei sindaci mandato mercoledì, tramite pec, alla presidente Daniela Baglieri. Perché dalla nota arrivata, sempre mercoledì dalla Sac, nulla viene specificato oltre alla data e all’ora di convocazione del Consiglio del punto all’ordine del giorno e cioè che “a seguito dell’accertamento del collegio sindacale sui requisiti degli amministratori, è stato convocato il consiglio di amministrazione della società per venerdì (cioè oggi) 16 settembre alle ore 15.00. All’ordine del giorno – appunto – la valutazione del verbale del collegio sindacale, riunitosi ieri. Nel corso della seduta sarà anche fissata la data della prossima assemblea dei soci”. Assemblea che andrebbe convocata – secondo l’articolo 16 dello Statuto Sac – dalla presidente del CdA con otto giorni di anticipo.
Una cosa è certa, la convocazione del CdA che si terrà oggi alle 15 in Sac è stata inviata anche alla Laneri sancendo così un aspetto ufficiale non indifferente. Del resto lo stesso statuto Sac all’art. 17 conferisce all’assemblea – e non al Consiglio – il potere di “nomina e revoca dell’eventuale amministratore delegato, in persona diversa dal presidente”, ma specifica, nell’ultimo comma dell’art. 23, che “il difetto, anche sopravvenuto, dei requisiti di onorabilità e professionalità determina la perdita della qualità di consigliere di amministrazione”.
Chi dovrebbe dire alla Laneri di non essere più ad? Secondo un esperto interpellato da LivesiciliaCatania “dovrebbe essere la Presidente del CdA” che però ancora non l’ha fatto. E aggiunge che “sul presupposto che il collegio abbia acclarato l’insussistenza dei requisiti di professionalità la nomina cessa o decade. Se il parere espresso non è definito invece la cosa cambia”. E qui entra in gioco un altro aspetto: il Collegio dei sindaci può esimersi dall’esprimere un parere certo su quelle che sono le sue competenze? Competenze disciplinate dall’art. 33: “Il Collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e dell’atto costitutivo; – si legge – sul rispetto dei principi di correttezza amministrazione; sull’adeguatezza della struttura organizzativa della società e del sistema di controllo interno; sull’adeguatezza e l’affidabilità dell’assetto amministrativo-contabile, e sull’adeguatezza delle disposizioni impartite alle società controllate”.
In questi giorni le domande abbondano e avere risposte certe senza avere gli atti non è scontato. La prima domanda è se gli atti firmati dall’ad, dalla Laneri quindi, sono o meno validi. E la risposta che ci ha fornito l’esperto è che “se il Collegio sindacale ha rilevato la mancanza dei requisiti, gli atti dell’ad decaduto sono nulli. Ma di norma vengono ratificati dal Consiglio” sanando così i problemi.
In tanti poi si stanno chiedendo se la modifica dello statuto è una cosa che si potrebbe fare in tempi così brevi come auspicato dal governatore Crocetta. Ora premesso che la modifica dello statuto dovrebbe essere fatta dall’assemblea in convocazione straordinaria, si potrebbe “teoricamente procedere a tali modifiche – commenta – a patto che tutti siano presenti” e per tutti presenti significa soci, cda e sindaci) e che votino, approvandole per alzata di mano, le modifiche.