CATANIA – L’Amministrazione comunale di Catania ha espresso solidarietà a Luciano Bruno, attore e autore teatrale selvaggiamente picchiato mentre fotografava il Palazzo di cemento di Librino da sei persone che lo hanno prima minacciato con una pistola. Bruno, che vive a Librino, fotografava il palazzo, simbolo del degrado del quartiere, nell’ambito di un’inchiesta per “I Siciliani giovani”.
“Avevo parlato – ha detto il sindaco Enzo Bianco – di un vento pesante sulla città e purtroppo non mi sbagliavo. Quest’episodio, sul quale mi soffermerò nella prossima riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica, va ad aggiungersi ad altri che dimostrano come la città illegale stia reagendo con violenza al processo di cambiamento iniziato. E la prima linea di questa battaglia è proprio in quelle periferie che vanno attentamente presidiate. La strada da percorrere per sconfiggere la mentalità mafiosa è ancora lunga e dobbiamo tenere alta la guardia e stare uniti, oltre a lavorare per far comprendere a tutti che la legalità è l’unica chiave per risorgere”.
“Questo episodio – ha aggiunto Rosario D’Agata, assessore alla Legalità con delega anche al quartiere di Librino – non deve far sì che si pensi a Librino come a un ghetto dominato dalla mafia: qui vivono migliaia e migliaia di catanesi onesti che si trovano, anzi, in grande difficoltà. Dobbiamo far sentire loro la vicinanza delle Istituzioni. Io intensificherò ulteriormente il mio lavoro sul quartiere rimanendo a disposizione dei cittadini”.
Sul caso dell’aggressione a Bruno interviene anche il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta: “Un giornalista minacciato e picchiato è sempre una pessima notizia, ma se a subire la violenta aggressione è un giovane professionista di Librino, colpito proprio nel suo quartiere per aver voluto portare alla luce ciò che a Librino accade, questo fatto di cronaca non può non trasformarsi in una necessità di riflettere su cosa tutti noi catanesi vogliamo e possiamo fare per la nostra città”. “Stamani ho incontrato il collaboratore de I Siciliani giovani e gli ho espresso la mia solidarietà e la mia massima disponibilità a sostenere la sua attività di denuncia del malaffare in un quartiere in cui migliaia di persone oneste sono costrette a convivere con la criminalità organizzata che, nonostante il validissimo lavoro operato in questi anni dalle forze dell’ordine, non vuole mollare la presa sulle piazze dello spaccio”, prosegue il sottosegretario catanese. “Librino, questo episodio lo dimostra ancora una volta, ha bisogno di attenzione costante – aggiunge Berretta – non possiamo permetterci di guardare a distanza il degrado, le botteghe abbandonate, e quel Palazzo di Cemento su cui esistevano progetti mirabolanti della passata amministrazione comunale su cui è tristemente calato il silenzio”. “Il Pd crede nella rinascita del quartiere e a Librino ha creato una sede del partito che è anche luogo di ritrovo – afferma il sottosegretario – e gli sforzi perché nel quartiere vi siano sempre più luoghi di aggregazione per i cittadini si devono moltiplicare”.
“L’episodio accaduto a Luciano Bruno, le minacce nei confronti di chi fa qualcosa per migliorare il quartiere devono spingerci tutti a fare di più. Per questo chiedo al sindaco Bianco e a tutta l’amministrazione comunale di mettere in campo un’operazione straordinaria, di quelle destinate a restare nella storia di Catania, per far rinascere Librino – conclude Berretta – Non è facile, ma se riusciamo a coinvolgere tutte le forze che hanno a cuore questo importantissimo pezzo di città, le associazioni, i singoli cittadini che credono nelle potenzialità di Librino e se riversiamo nel quartiere tutte le risorse a disposizione per dare alla collettività gli spazi pubblici rimasti eterne incompiute possiamo provare a fare di Librino il vero motore di questa città”.