Agrigento, il pm Walter Carlisi chiede scusa: "Cosca di parte. Frase infelice"

Agrigento, il pm Walter Carlisi chiede scusa: “Cosca di parte. Frase infelice”

Finito al centro della polemica per aver usato un'espressione "inopportuna" nei confronti di agenti della polizia penitenziaria
LA LETTERA
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Una “infelice e inopportuna espressione” riferita non ad un giudizio generalizzato – che sarebbe inammissibile oltre che ingiusto – nei confronti di Servitori dello Stato, ma a fatti specifici, svoltisi in Santa Maria Capua Vetere”. Lo scrive in una lettera indirizzata al ministro della Giustizia , il magistrato di Agrigento Walter Carlisi finito al centro della polemica per aver usato l’espressione “cosca di parte” nei confronti di agenti della polizia penitenziaria nel corso di un intervento a un convegno, esprimendo il suo “profondo rammarico” se le sue parole al di là delle intenzioni hanno “offeso legittimi sentimenti”.

La lettera

Nella lettera indirizzata anche al capo del Dap e al presidente del tribunale di sorveglianza di Agrigento, la sua sede di lavoro, Carlisi esprime la sua “grande stima” per la polizia penitenziaria e per le sue rappresentanze “per l’alto senso dello Stato, del dovere, del sacrificio e dell’impegno diuturno, prestati in condizioni che spesso travalicano i limiti dell’esigibile”.  Stima, scrive , “testimoniata dagli eccellenti rapporti intrattenuti nel corso di tutta la carriera e in particolare dei 12 anni di servizio ininterrotto delle funzioni di magistrato d sorveglianza”. E sottolinea che il discorso pronunciato nel corso di un convegno sulle carceri che si è tenuto a Canicattì il 26 novembre scorso va interpretato nel suo contesto e che in particolare la frase contestata «è stata preceduta da un chiaro e inequivoco richiamo ai valori del dovere e della disciplina”. 

I fatti

 Il riferimento – come detto – era ai fatti di Santa Maria Capua Vetere che “ove giudizialmente accertati nei termini che emergono dalle immagini divulgate, mostrano quella contrapposizione conflittuale con cui lo Stato svanisce nella sua fondamentale e costituzionalmente irrinunziabile funzione di terzietà e di composizione dei conflitti”. Il magistrato si dice pronto a fornire “ogni ulteriore chiarimento che tragga da questa spiacevole vicenda nuovo slancio per il miglior servizio delle istituzioni allo Stato cui tutti siamo tenuti, ciascuno nello svolgimento delle proprie funzioni”. 


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