AGRIGENTO– Più di mille persone hanno partecipato questa mattina alla manifestazione indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, tenutasi ad Agrigento in piazza Cavour, per rivendicare la stabilizzazione dopo venti anni di lavori precari all’interno della pubblica amministrazione siciliane. Alla manifestazione hanno partecipato i vari lavoratori precari provenienti dai comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Trapani, Enna e Palermo. Il corteo ha attraversato il centralissimo viale della Vittoria, paralizzando il traffico nella zona. In testa al corteo c’è Alfonso Buscemi, segretario provinciale di Cgil Agrigento: “La risposta dei lavoratori alla manifestazione è positiva – conferma soddisfatto Buscemi – i lavoratori sono stanchi di questa situazione di precariato che oggi è più grave che mai. Ci sono alcuni lavoratori il cui contratto è già scaduto da maggio e non è stato rinnovato”.
Una delle situazioni più difficili della provincia agrigentina è quella dei lavoratori del Comune di Favara: ben 69 persone impiegate in lavori esterni (manutenzione strade, verde pubblico, segnaletica stradale) sono senza contratto dal primo maggio: “Siamo alcuni contrattisti ex Lsu storici, – spiega un manifestante – il nostro contratto è scaduto il primo maggio, per la festa dei lavoratori. Adesso aspettiamo notizie da Roma, dove già una commissione si è riunita per chiedere chiarimenti al Comune e al ministero della Funzione pubblica.” Tra i 69 lavoratori vi sono anche alcune donne impiegate come polizia municipale e all’ufficio anagrafe, servizi essenziali per il paese favarese che sta vivendo una situazione disastrosa.
Tra i manifestanti provenienti da fuori, anche molti sindaci, in prima fila per sostenere i propri concittadini: “Siamo qui perché reputo quella di oggi una battaglia vera – spiega Sergio Parrino, sindaco di Contessa Entellina, queste persone sono essenziali per il buon funzionamento dei comuni. Queste persone che sono presenti vivono con 800 euro al mese, non possiamo togliere i soldi a loro, ma dobbiamo toglierli a chi guadagna parecchio. Queste persone – continua con veemenza Parrino – non hanno la possibilità di trovare un altro lavoro alla loro età e in Sicilia”.