Al Donnafugata di Ragusa | Il gran teatro delle passioni - Live Sicilia

Al Donnafugata di Ragusa | Il gran teatro delle passioni

Costanza Di Quattro (in foto) racconta l'esperienza di uno spazio teatrale alla sua sesta stagione

Una scommessa vinta
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RAGUSA – Una stagione, la sesta, che volge al termine, portando con sé la storia di un piccolo caso imprenditoriale, e la promessa di un fermento. Cento posti appena, il teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, uno dei più piccoli teatri all’Italiana d’Europa, racconta una scommessa: uno spazio teatrale privato, all’interno di un palazzo storico del centro barocco del sud est, due giovani donne alla proprietà e alla direzione artistica, e una terza divisa tra inventiva e amministrazione. A raccontarcelo è Costanza Di Quattro, che con la sorella Vicky e l’amica Clorinda Arezzo è riuscita nel piccolo miracolo di realizzare un polo culturale d’eccellenza. “Si chiamava Gesù”, l’ultimo spettacolo di questa stagione andrà in scena questo fine settimana, con due repliche previste per sabato 8 e domenica 9.

“Uno spettacolo che abbiamo fortemente voluto, da subito. Nasce da un amore, che noi tre condividiamo, per i brani di Fabrizio de Andrè, in particolare per l’album La Buona Novella. Avremmo voluto produrre – un giorno – uno spettacolo basato sui testi e sui temi del disco; caso ha voluto invece che lo spettacolo esistesse già, realizzato da Emanuele Paglia e Carmela Buffa Calleo. Lo abbiamo visto, rappresentato sul sagrato di una chiesa modicana nel periodo di Pasqua dello scorso anno e, commosse fino alle lacrime, abbiamo immediatamente ingaggiato la compagnia. È lo spettacolo che chiude la stagione, ma di fatto è il primo che abbiamo messo in cartellone. Considerando il tema e il periodo dell’anno, allo spettacolo sarà abbinata la proiezione in anteprima di un cortometraggio realizzato dalla regista modicana Alessia Scarso, dal titolo ‘Vasa Vasa’. Più che un documentario sulla tradizionale processione pasquale del modicano, che commemora l’incontro tra il Risorto e Maria, si tratta di un ritratto, struggente, dell’umanità di Maria e di suo figlio. ‘Se non mi avessi chiamata donna, ma mamma, ti avrei schiodato dalla croce’, lo rimprovera Lei”.

Come in Tre Madri, appunto di De Andrè, in cui un’umanissima Maria piange il fatto che se non fosse stato figlio di Dio, quel Figlio, sarebbe ancora il suo. Una bestemmia, quasi, ma di incredibile verità.

“Esattamente. Questo focus sull’umanità di Maria, da madre, lo trovo estremamente toccante. Anche per questo era giusto unire video e spettacolo, perché leggono la Pasqua come fatto storico e umano, oltre che divino”.

Di divinità, ma diverse, si parlerà invece nel progetto che avete preparato per giugno: una nuova edizione di 3 drammi 3, format originale che ha visto attori e registi della stagione classica in scena a Siracusa spostarsi nei giardini degli aristocratici palazzi di Ibla, per raccontare aneddoti e retroscena dei drammi, appunto 3, previsti in cartellone. Un’incursione fuori da Siracusa che mai l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, dalla sua fondazione avvenuta nel 1914, aveva autorizzato. Finché non lo avete chiesto voi.

“La prima edizione di 3 drammi 3 l’abbiamo pensata come un esperimento: grazie a Pucci Piccione, presidente dell’associazione Amici dell’Inda, e al supporto del Comune di Ragusa, possiamo dire di aver centrato il bersaglio. Il pubblico ha assistito alle letture con entusiasmo, facendoci registrare il tutto esaurito. Incoraggiate da tanto successo, per questa seconda edizione stiamo lavorando a qualcosa di unico. Oltre al format delle letture all’aperto di brani tratti dalletre opere in cartellone (Sette contro Tebe, Fenicie, Le Rane), quest’anno i ragazzi della scuola dell’Inda metteranno in scena in teatro il Prometeo Incatenato, e sempre lì il talentuosissimo regista e musicista ennese Mario Incudine terrà uno stage intitolato Contro Cunto. Per l’anteprima, invece, che è prevista per venerdì 7 aprile (oggi per chi legge, ndr.), avremo con noi Sebastiano Lo Monaco, interprete storico e amatissimo di tante tragedie al teatro siracusano”.

E per la nuova stagione?

“La macchina del teatro è ormai rodata: siamo partite in sordina, avevamo difficoltà a riempire la sala, sebbene sia piccola. In questi anni, mescolando scelte artistiche eterogenee, con nomi di richiamo e spettacoli di nicchia, consigliate anche dal direttore artistico e amico Carlo Ferreri, abbiamo conquistato la fiducia del pubblico, che ci segue, si affida, viene a vedere le mostre nei foyer, partecipa con noi all’aperitivo pre spettacolo, realizza di fatto un’eterotropia unica, si mostra sensibile. Per questo abbiamo pensato di inaugurare la stagione 17/18 con una sorpresa, una novità assoluta sia dal punto di vista del genere che della produzione. Nessuna anticipazione, ma si tratta di una cosa grande. Un regalo che Ragusa merita”.

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