"Caldo" autunno giudiziario |I processi e gli imputati alla sbarra - Live Sicilia

“Caldo” autunno giudiziario |I processi e gli imputati alla sbarra

In questi ultimi mesi del 2014 si deciderà il destino giudiziario di molti politici, colletti bianchi, imprenditori e boss di Cosa nostra catanese.

palazzo di giustizia
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CATANIA – A dispetto delle temperature autunnali, il clima a Palazzo di Giustizia di Catania nei prossimi quattro mesi del 2014 si annuncia rovente. Il protagonista delle pagine di cronaca giudiziaria in questo ultimo stralcio d’estate è tornato ad essere Raffaele Lombardo. Le motivazioni della condanna per concorso esterno in associazione mafiosa e il commento dell’ex governatore siciliano hanno fatto dimenticare per qualche giorno lo stop dei processi per la pausa agostana.

E il leader autonomista si prepara ad affrontare un nuovo processo, questa volta con suo figlio Toti. L’inizio del dibattimento, che vede alla sbarra oltre ai due Lombardo, Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida, è slittato a ottobre per un vizio di notifica. A gennaio i pm Lina Trovato e Rocco Liguori hanno chiesto il giudizio immediato per gli imputati: l’ipotesi dell’accusa è il reato di voto di scambio. Posti di lavoro in cambio di consensi utili all’elezione di Toti Lombardo all’Assemblea Regionale Siciliana durante l’ultima tornata elettorale delle Regionali 2012.

E sul filone elezioni, si terrà a novembre la prossima udienza sullo scandalo ‘MailGate‘ scoppiato nel 2012 all’Università di Catania. Dalla posta elettronica dell’ateneo furono inviate email a sostegno della candidatura di Maria Elena Grassi. Sotto processo l’ex rettore Antonino Recca e i due dipendenti Antonio Di Maria ed Enrico Commis.

Altri politici “sfileranno” nelle aule del tribunale di piazza Verga. Inizierà il processo per lo scandalo dei rimborsi della provincia. I tre ex consiglieri Gianluca Cannavò (PdL), Antonio Danubio (ex capogruppo UDC) e Sebastiano Cutuli anch’egli eletto con l’Udc, dovranno affrontare le accuse del pm titolare dell’inchiesta, Tiziana Laudani, che ha ipotizzato un danno all’ente per circa 500 mila euro.

Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo che l’ex sindaco di Mascali, Filippo Monforte, dopo l’assoluzione dal processo Nuova Ionia, dovrà affrontare l’udienza preliminare per l’indagine Town Hall. Monforte, insieme all’ex presidente del consiglio di Mascali, Biagio Susinni, sarebbe coinvolto in un sistema di appalti e tangenti, con l’aggravante di aver favorito gli interessi del clan Laudani. 24 in totale le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura.

E in tema di appalti, proseguirà in questi mesi il processo sul Pta di Giarre che vede imputato Melchiorre Fidelbo, il marito della senatrice Anna Finocchiaro, per truffa aggravata ed abuso d’ufficio insieme ai tre funzionari dell’Asp di Catania, Antonio Scavone, Giuseppe Calaciura e Giovanni Puglisi. E si aprirà anche il procedimento giudiziario per i 10 imputati del processo sulla Fce, che dovranno rispondere, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, truffa e falso. Coinvolto l’imprenditore Santo Campione, amministratore delegato della Sigenco.

E si celebrerà in questi mesi l’udienza preliminare per decidere sulle 35 richieste di rinvio a giudizio per il primo stralcio dell’inchiesta Pandora sulla formazione professionale, chieste dai pm Giuseppe Gennaro e Alessandro La Rosa. Tra i nomi degli imputati spicca l’imprenditore Giuseppe Saffo. E sul fronte della Pubblica Amministrazione potrebbero arrivare nuove importanti inchieste. Giovanni Salvi, infatti, ha voluto alzare il tiro, tanto che ha rafforzato il gruppo di lavoro con quattro punte di diamante della procura etnea.

E’ attesa per il 17 ottobre la sentenza sul laboratorio dei veleni della facoltà di Farmacia. La terza sezione penale dovrà decidere se accogliere o meno le richieste di pena avanzate dal sostituto Giuseppe Sturiale per i reati di omissione di atti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico e disastro ambientale colposo. Si potrebbe chiudere così una pagina tristissima di uno scandalo che parla di morte e tumori tra i ricercatori di farmacia.

E’ stata già battezzata la terra dei fuochi alle falde dell’Etna, il terreno nella zona industriale di proprietà dell’Esa (Ente Sviluppo Agricolo della Regione) dove sarebbero stati scaricati diversi rifiuti tossici. Il presunto sversamento è al  centro dell’inchiesta del pm Sturiale, che ha portato a giudizio i dirigenti della Ofelia srl. A dicembre si aprirà il dibattimento, e visti i toni accesi nelle udienze preliminari: le previsioni annunciano un processo “infuocato”.

Politici, colletti bianchi, imprenditori e boss di Cosa nostra. Un legame sottile di corruzione e collusione al centro del processo Iblis, che nello stralcio celebrato nel rito abbreviato è già arrivato alla vigilia della sentenza d’appello. Il verdetto è atteso per la metà di settembre: in primo grado fu pioggia di condanne. E potrebbe arrivare a sentenza entro il 2014 anche il processo in appello Revenge 3. Molti ergastoli furono inflitti dal Gup Laura Benanti ai più spietati killer dei Cappello.

In questo autunno giudiziario si vedranno alla sbarra molti esponenti di spicco dei clan catanesi e della mafia militare etnea. Il processo più atteso è quello sull’omicidio di Luigi Ilardo, ucciso nel 1996, soprattutto per i suoi legami al procedimento di Palermo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Il boss di Caltanissetta, Giuseppe Piddu Madonia, e tre uomini d’onore della cosca di Nitto, Benedetto Cocimano, Maurizio Zuccaro e Vincenzo Santapaola, saliranno sul banco degli imputati. Nomi di rilievo saranno chiamati a testimoniare nel corso del dibattimento: Giovanni Brusca, ad esempio, l’uomo che ha parlato di quello spiffero che avrebbe portato a far sapere che Ilardo stava per diventare collaboratore di giustizia. Quella fuga di notizie che avrebbe “portato all’accelerazione per la condanna a morte del cugino di Giuseppe Madonia”. Potrebbe essere convocato anche Michele Riccio, il colonnello dei Ros. Ilardo, conosciuto come fonte Oriente, era il suo confidente.

 


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