PALERMO – Parte da oggi a Palermo con il materiale affidamento delle aree, il “Mercato dell’usato e del libero scambio all’Albergheria”. L’amministrazione comunale ha consegnato le aree autorizzate per lo svolgimento del mercato all’Associazione costituita dai venditori denominata “Sbaratto”. Il mercato si svolgerà in via sperimentale per i prossimi sei mesi anche in considerazione della permanente emergenza sanitaria legata al Covid-19 e per questo sono state individuate le necessarie regole di svolgimento dell’attività in materia sanitaria. Sono circa 120 i soggetti che hanno aderito all’iniziativa, tutti facenti parte dell’associazione “Sbaratto”. Sarà attivo dal martedì alla domenica, dalle 7.30 alle 14.30.
“Un lungo percorso frutto di coinvolgimento e condivisione tra diversi soggetti e cittadini che vivono e operano nel quartiere – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Un modello decisionale innovativo che finalmente trova uno sbocco operativo che speriamo dia i frutti sperati soprattutto per quanto riguarda il decoro dell’area, per la sua vivibilità, per il ripristino di condizioni di legalità e di emersione dalla marginalità sociale di molti dei soggetti coinvolti”. All’interno del nuovo mercato possono essere posti in vendita e scambiati oggetti ed effetti usati, arredi, piccoli elettrodomestici propri o donati da terzi in seguito ad operazioni di sgombero o pulizia di locali, abitazioni, cantine o abbandonati di modico valore altrimenti destinati alla dismissione o allo smaltimento.
Gli oggetti trattati dovranno, quindi, avere la caratteristica di essere “usati” e dunque sarà vietato la vendita di generi alimentari (anche confezionati) e bevande; animali vivi (es. volatili, esotici, di compagnia, di fattoria); qualunque genere di arma, qualsiasi genere di merce contraffatta e di provenienza illecita. Obiettivo del mercato e della sua nuova organizzazione sarà anche fornire una risposta concreta alla condizione di estrema povertà dei soggetti coinvolti nel mercato, garantendo ai “venditori per bisogno” l’opportunità di avere riconosciuta la loro attività in termini di “lavoro”, valorizzare le competenze degli stessi venditori in progetti lavorativi e supportare l’organizzazione di attività collaterali di animazione territoriale, culturale e sociale. (ANSA)