SIRACUSA – “Quando fui espulso dalla patria senza meritarmelo, essi a trattenermi, a difendermi, non ci pensarono neppure. Quand’ecco la città mi scaccia all’improvviso fuori dalla mia terra. E quelli, i soli che potevano aiutare il padre, i soli che mi potevano salvare, non dissero niente…”.
Chi era presente a Siracusa, nel 2009, vibra ancora di gratitudine e di emozione per quei 10 minuti di monologo del suo Edipo a Colono. Testamento spirituale di Sofocle, l’opera; testamento artistico quella interpretazione di Giorgio Albertazzi alle rappresentazioni classiche di Siracusa. Stasera l’attore, tra i più grandi italiani del ‘900, una delle figure più importanti del teatro italiano, scomparso a 92 anni, è stato ricordato proprio nel teatro greco di Siracusa dove è in pieno svolgimento la 52esima edizione delle tragedie classiche.
Prima della Alcesti di Euripide, diretta da Cesare Lievi, la Fondazione Inda ha voluto che venisse letto un ricordo del Maestro e celebrato un minuto di raccoglimento. “A Siracusa il teatro supera se stesso – aveva detto Albertazzi – e diventa metafora del mondo. Siracusa è un luogo magico, e il suo Teatro è un luogo che amo da sempre”. Del suo Edipo aveva detto: “Un Edipo vecchio ma non adulto, perché credo che ci voglia un grande talento a diventare vecchi senza essere adulti”. E a Siracusa c’è ancora il suo ricordo, per le strade di Ortigia e per le pietre della antica cavea, il ricordo della sua civetteria e del suo fascino giovani, nonostante l’età.