ALCAMO (TRAPANI) – “La vicenda delle indennità della giunta è stata montata ad arte da qualcuno. Le maggiorazioni stabilite nella delibera sono volute dalla legge e non dalla giunta. Siamo davanti a questioni di lana caprina, spero si possa voltare presto pagina per occuparsi dei problemi della città”. Il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, sceglie la seduta del consiglio comunale della cittadina trapanese per tornare sul caso, sollevato da Livesicilia, della delibera varata nei primi giorni di agosto e che fissa le indennità per il primo cittadino a 3.460 euro lordi a cui si aggiungono 173 euro, ovvero il 5% della cifra di partenza in base a un decreto ministeriale del 2000 recepito nel 2015 dall’Ars per le amministrazioni locali siciliane. “L’intera amministrazione intende destinare una parte dei compensi a un fondo per opere pubbliche e per il sociale ma ad ogni modo – aggiunge Surdi, eletto a primavera sotto le insegne del Movimento cinque stelle – sottolineo che non è il sindaco a decidere quanto gli spetta. Quello è compito dei dirigenti del Comune. L’unico mio interesse è che vengano applicate le norme. Le regole prevedono per la nostra amministrazione indennità più basse, nel complesso, rispetto alle precedenti”. Una tesi che contrasta con quanto affermato dall’opposizione che con Filippo Cracchiolo, del Partito democratico: “Quelle maggiorazioni sono facoltative e non obbligatorie”.
Restano invece in piedi tutte le questioni poste dall’ex segretario Generale del Comune, Cristofaro Ricupati, assente il giorno in cui la giunta diede l’ok alla delibera. Ricupati ha lasciato agli atti del Comune una attestazione di nullità del provvedimento per vizi di forma legati ai tempi e alle modalità di pubblicazione della delibera, mentre ha investito la Corte dei conti di quello che, a suo avviso, sarebbe un errore nel calcolo delle indennità. Secondo Ricupati la delibera non ha tenuto conto di un taglio del 10 per cento previsto dalla finanziaria nazionale 2006 e che la Corte dei conti ha ritenuto “strutturale” e con un orizzonte temporale “non limitato” a quell’anno. Il taglio del 10% sui 3.460 euro di partenza avrebbe fatto scendere lo stipendio di Surdi complessivamente a 3.269 euro. Agli altri quattro assessori sarebbero andati 1.461 euro mensili ciascuno, invece degli attuali 1.634.