AGRIGENTO – La voce rotta dall’emozione, i ricordi di sacrifici e protagonisti scomparsi è troppo forte per concedersi una posa istituzionale da condottiero della dirigenza. E’ festa anche per Silvio Alessi, presidente di un’Akragas tornata nel calcio professionistico dopo 21 anni: “Si tratta di un’emozione grandissima – dice il numero uno biancazzurro a Radio Vela – abbiamo meritato questa promozione sul campo”. Un traguardo da dedicare a chi non può partecipare alla festa: “Voglio dedicare questo traguardo a mio fratello Giovanni e Filippo La Mantia, loro non ci sono più ma da lassù sono convinto che hanno gioito con noi”.
Emozionato anche mister Feola, l’artefice del miracolo biancazzurro che lo scorso anno aveva conquistato la promozione con il Savoia e quest’anno bissa il primo posto con l’Akragas: “Voglio dedicare questo traguardo a mia moglie e i miei figli. Lavorare lontano da casa non è facile. Inoltre voglio che questo traguardo sia di tutti, dai ragazzi in squadra ai magazzinieri. Tutti hanno lavorato alla grande, compiendo tanti sacrifici”. Il gigante buono condottiero del Gigante vincente mostra il lato più umano e fragile, dopo tanti mesi di pressione. Subentrato a Betta, ha preso le redini della squadra della città dei Templi, con un compito difficile: arrivare primi. Feola ha saputo dare la giusta direzione, mostrando il giusto comportamento da seguire a una squadra costretta a far bene. I brutti momenti, come quello della macchina in fiamme, sono adesso un lontano ricordo: è festa anche per il mister. Così come è festa per il popolo biancazzurro: più di mille i tifosi arrivati a Roccella Jonica per sostenere il Gigante per l’ultimo punto, quello della promozione.
Anche ad Agrigento si fa festa ma c’è una spasmodica attesa per stasera, per il ritorno dei veri Giganti, previsto per le 24. Al loro arrivo si espanderà la festa della città, che metterà da parte i suoi tanti problemi: oggi c’è l’Akragas da festeggiare. Anche Baiocco vuole partecipare al gala di ritorno tra i prof: “E’ un’emozione diversa da altre. Voglio dedicare questa vittoria a mio figlio, reduce da un brutto infortunio al crociato”. I preparativi continuano, il trionfo dalla Calabria va scendendo verso la Sicilia: l’Akragas è entrata nel calcio professionistico.