"Alla stazione criminalità e rifiuti" | La denuncia di un sacerdote - Live Sicilia

“Alla stazione criminalità e rifiuti” | La denuncia di un sacerdote

Commenti

    Un plauso a don Gaetano Morreale.
    Biasimo per il Sindaco e le forze dell’ordine che non sono capaci di garantire la sicurezza in questa città e ognuno per strada fa quello che vuole.
    Sono rispuntati perfino i banchetti con le sigarette di contrabbando.
    Vergogna!

    ma nooo, che scrivete, invece è un luogo ameno e gioioso, sono solo illazioni!!!

    anche il sinnaco conferma le tue stesse parole è solo folklore

    Un plauso va a frate Gaetano Morreale della chiesa S. Antonino che con il suo operare ha dato conforto materiale e spirituale ai tanti diseredati del quartiere sia essi italiani che extra comunitari appartenenti anche a confessioni religiose diverse. Siamo solidali inoltre per il suo impegno civile nel portare avanti e alla ribalta della cronaca le criticità del quartiere da troppo tempo abbandonato ad un continuo e progressivo degrado, un degrado che tra l’ altro investe anche l’intera città. Una città che vive solo di apparenza, di parole roboanti, di manifestazioni espressione soltanto di fumosità politica, capitale di quella cultura altisonante avuta nel corso dei secoli da dinastie e dominazioni diverse, ma che oggi amaramente trova solo riscontro nei tanti monumenti disseminati nella città. Una città che si erge a città europea, ma basta poco guardandosi intorno per essere smentita dalla realtà, l’ incuria, la desolazione, la sporcizia, i servizi precari, il mancato controllo del territorio da parte degli organi preposti, lo stato di abbandono in cui versa già da diversi anni. Dott. Paolo Caruso (PALERMO)

    Ma no, ma che dite? Palermo, gia’ capitale della cultura. Palermo felicissima. Palermo pulita. Palermo strade asfaltate e lisce come l’olio. Ma dove vedete tutte queste magagne.? Grande Palermo ma…Ancora più grande il suo sindaco.

    Lo slogan Palermo felicissima fa ridere.

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Ci sino a Palermo interi Quartieri e non solo, dove la donna " la femmina" cresce nel mito del "maschio" detto " u masculu" troppo Toco, cioè il migliore " u megghiu i tutti". Cioè quello che già a 10 anni ha il capello gellato col ciuffetto, il telefonino, va alla prima comunione della cuginetta o sorellina ( già vestita da sposa quarantenne accompagnata in chiesa dai genitori in auto bianca strapuntinata). Ecco, crescono credendo che loro, "fimmine" devono avere il mito "du masculiddu" dominante. Vivono e scelgono "masculi" che comprano smart e suv con cui vanno dal parrucchiere e dall'estetista, subendo dal "mascolo" tutte le possibili "violenze" camuffate da un cavalierato sui generis. Vivono un rapporto vittima-carnefice cronico e Ecco, la questione è molto radicata e l'intervento dovrebbe essere preventivo-precoce di ordine sociale. Una Rivoluzione degli stereotipi tramandato e radicato. Auguri dottoressa e grazie per le Sue lodevoli iniziative

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