Allagamenti e frane, Palermo in ginocchio: l'incompiuta scandalo - Live Sicilia

Allagamenti e frane, Palermo in ginocchio: l’incompiuta scandalo

Da decenni si parla del Ferro di cavallo. tante chiacchiere e pochissimi fatti

Scarichi abusivi di acque nere, acque di fogna, allacciate alla chetichella fino a ville anche linde e lussuose e però prive di fossa biologica, a sentire le audizioni in Commissione Ambiente dell’Ars. Persino pali di fondazione di altre ville nel bel mezzo, a sentire residenti stanchi e bene informati. Iattura più che talismano, il fondamentale Ferro di cavallo, solco fondamentale che libererebbe gli incubi di molti palermitani da acque bianche e reflui neri alle ginocchia in caso di nubifragi, è, sì, questione di competenze.

Soprattutto quelle negate e non viste. L’audizione in Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars dei vertici dell’Amap, dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Maria Prestigiacomo, del presidente di circoscrizione, di tecnici ed esperti, convocati anche il commissario straordinario unico per la Depurazione Maurizio Giugni e quello contro il Dissesto idrogeologico Maurizio Croce, dice questo, in sostanza, e finisce con la troppo consueta tirata d’orecchie al Comune di Palermo. Doveva esserci pure il sindaco Leoluca Orlando, ma sarà per un’altra volta.

L’OPERA CHE AFFONDA

“Chiaritevi le idee e poi venite a parlare di alternative e fondi per lo sbocco delle acque di maltempo”, il messaggio crudo sigillato implicitamente all’Ars. Quindi, sebbene l’amministratore unico di Amap Alessandro Di Martino ribadisca l’assenza di un titolo che impegni la partecipata comunale a spendersi per il Ferro di cavallo, e l’assessore Prestigiacomo insista perché diventi realtà il collegamento salvifico fra il depuratore di Acqua dei Corsari e quello di Fondo Verde (il progetto Giugni) resta il fatto, che la presidente della Commissione Giusy Savarino e qualche altro parlamentare hanno abbondantemente sottolineato, che “il Comune non vigila e non ha vigilato sulle condizioni di un’opera costellata di abusi e rovine funzionali”.

Con una postilla, anzi due, note anche all’ultimo dei residenti di Mondello e Partanna Mondello, cioè le luride lagune di Palermo quando piove: manca nei cassetti comunali “qualsiasi progetto – osserva la Savarino contattata da Livesicilia – di rinnovamento della rete fognaria in quei quartieri, con un rimpallo annoso fra Amap e Comune anche su questo punto”; il depuratore di Fondo Verde, unica valvola di compensazione che è stato possibile individuare da parte di Giugni su espressa richiesta della presidente, è spesso ricolmo e, nel caso frequente di piogge abbondanti, tracimante acque nere sull’asfalto delle intere borgate.

IL CANALONE IMPOSSIBILE

Il progetto di un canalone che sversi a Fondo Verde, dunque, è realtà sulla carta, ma prima che veda la luce bisognerà che valichi tare funzionali e strutturali frutto di inerzia pluridecennale. I fondi reclamati da Amap per la pulizia del Ferro, 5 milioni affidati al commissario Croce, paradossalmente non sono serviti, dal momento che esistono ostacoli anche architettonici e, soprattutto, gli sbocchi di fogna abusivi di decine di abitazioni: “Aprire il Ferro di cavallo – tira le somme Giusy Savarino – significherebbe inondare Mondello di acque putride”. “Imbarazzante” è l’aggettivo più sentito che accompagna le chiose alla seduta di Commissione e al ginepraio di competenze e miopie che ne emerge. Se ne riparlerà: “Ho invitato il Comune a convocare una conferenza di servizi a breve – annuncia la presidente della Commissione – con l’impegno di rivederci in Commissione i primi di gennaio”.

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