PALERMO – “Dobbiamo cambiare rotta, perché in caso contrario rischiamo di perdere oltre 354 milioni di euro”. A lanciare l’allarme è il dirigente generale del dipartimento per la Programmazione Vincenzo Falgares. Insediato da pochi giorni in quello che è un settore strategico della macchina amministrativa regionale, il neo dirigente non nasconde le difficoltà. “Stiamo guardando ai numeri per capire come cambiare rotta – dice – e il nostro obiettivo resta quello di arrivare al 32 per cento della programmazione entro la fine del 2013, e oggi siamo al 22 per cento”.
Entro il prossimo 31 dicembre bisognerà spendere dunque una porzione importante dei 6 miliardi di euro del PO Fesr 2007-2013. Ad oggi però ne sono stati spesi poco meno di due miliardi. Per fare il punto si riunisce domani a Palermo il Comitato di sorveglianza del Po Fesr, che discuterà la relazione sullo stato di attuazione. All’ordine del giorno anche la modifica al documento che definisce i requisiti di ammissibilità e i criteri di selezioni, oltre che l’approvazione del Rapporto annuale di esecuzione 2012. L’incontro, spalmato su due giornate, sarà presieduto, secondo il programma, dall’assessore al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, su delega del governatore Rosario Crocetta. Parteciperanno i rappresentanti del ministero per lo Sviluppo economico e degli altri dicasteri coinvolti, della Commissione europea, i responsabili dei dipartimenti regionali e gli esponenti del partenariato economico e sociale, tra cui sindacati, associazioni e organizzazioni di categoria.
A fare gli onori di casa l’autorità di gestione, rappresentata dal dipartimento regionale della Programmazione, guidato proprio da Falgares. Lo stesso dirigente che alla guida del dipartimento Infrastrutture è riuscito ha spendere circa il 40 per cento dei fondi: la percentuale più alta fra tutti gli altri dipartimenti, se si esclude il dipartimento Finanze e credito che però aveva un budget più basso.
Ma chi è più indietro nella spesa dei fondi europei? Fanalino di coda è il dipartimento dell’Istruzione che non ha speso nemmeno un euro sui 263 milioni a disposizione ma che ha in cantiere il nuovo Piano Giovani che attingerà proprio a queste somme. Sotto il 10 per cento anche altri settori strategici come quello della Famiglia (299mila euro sui 137 milioni), dell’Ambiente (12 milioni su 418 milioni), dell’Urbanistica (335mila euro su 4,9 milioni), del Turismo (25 milioni su 386 milioni) e dell’Energia (55 milioni su 560 milioni). “Porto la mia esperienza del dipartimento ai Trasporti dove abbiamo fatto dei passi avanti – continua Falgares – l’obiettivo è quello di dare ossigeno al mondo dell’impresa”. E il cambio di rotta? “La principale correzione consiste nell’approntare un impegno più stringente da parte dell’amministrazione, degli assessorati e dei dirigenti generali, ma anche degli Enti locali. La strada però è in salita”.
Intanto spunta altro nodo, quello dello sforamento del Patto di stabilità da parte dei singoli dipartimenti. A lanciare l’allarme è stata nei giorni scorsi la capogruppo di Grande Sud all’Ars Bernardette Grasso. “C’è la beffa del rischio dello sforamento del Patto di stabilità che potrebbe creare un blocco proprio nell’emissione dei decreti di finanziamento causando un ulteriore disincentivo delle somme relative ai fondi strutturali e la restituzione di un ingente importo a Bruxelles. E’ criminale sciupare queste opportunità in un momento in cui la Sicilia e le imprese hanno bisogno di sostegni per tenere a galla l’economia”. A gettare acqua sul fuoco è Sergio Gelardi, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, protagonista dello sforamento. “Questo problema – precisa Gelardi – lo abbiamo avuto la settimana scorsa, quando abbiamo superato il tetto di circa 20 milioni, ma è poi arrivato l’ok da parte della Ragioneria ad un tetto più alto di circa 50 milioni per cui i mandati di pagamento sono stati sbloccati”. In merito alle difficoltà dei dipartimenti interviene anche Falgares: “Questa è stata una difficoltà significativa nel 2012, ma auspichiamo una collaborazione da parte dell’assessorato all’Economia e della Ragioneria perché la questione dello sforamento del Patto per quanto riguarda i fondi europei è solo un problema teorico”. Intanto il tempo scorre e le cifre che non saranno impegnate saranno un’occasione persa per la Sicilia.