Almaviva annuncia: smart working |Ma resta l'incognita committenti - Live Sicilia

Almaviva annuncia: smart working |Ma resta l’incognita committenti

Foto d'archivio

Entro 72 ore l'azienda, presente anche a Palermo, sospenderà le attività non eseguibili da remoto.

CORONAVIRUS
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PALERMO – Via allo smart working per i dipendenti e sospensione delle attività che non ne prevedranno l’adozione: Almaviva prende una posizione ed esce dal limbo’ delle procedure anti-contagio da coronavirus nei call center. Nonostante l’assenza di un netto via libera allo smart working da parte dei committenti, l’azienda che ha sede anche a Palermo ha preventivamente deciso di “sospendere entro le prossime 72 ore tutte le attività dei lavoratori nei propri call center sul territorio nazionale, oltre cinquemila, che non possano essere gestite remotizzando l’operatività presso il domicilio dei lavoratori, modalità già adottata da 3500 dipendenti del gruppo nel settore”.

“Il pieno rispetto delle regole è condizione indispensabile, ma oggi non basta – afferma Almaviva in una nota –. La cautela verso chi lavora deve essere assoluta, la prevenzione deve essere radicale, i call center a rischio zero. Di fronte all’emergenza più drammatica della nostra storia recente, chi ha responsabilità d’impresa deve assumere scelte nette, farsi parte della soluzione e, senza alcuna esitazione, contribuire ad azzerare i rischi della diffusione virale per spezzare la catena del contagio”. L’azienda comunque sottolinea che “sarà assicurato il presidio dei servizi di pubblica utilità, a partire dal numero verde 1500 per l’emergenza Covid-19” gestito sul territorio nazionale.

Quanto alle altre attività, gli operatori dei call center compreso quello del capoluogo siciliano “verranno accompagnati nelle nuove modalità di lavoro a distanza – spiega Almaviva – sulle quali viene concentrato ogni possibile investimento e attivato un confronto continuo per la necessari collaborazione con i principali committenti, e potranno contare sul supporto per loro e per le proprie famiglie, l’assistenza continuativa e l’anticipazione delle mensilità previste dagli strumenti per il periodo di sospensione, anche attraverso un centro di contatto aziendale dedicato”. La presa di posizione era attesa con ansia dai dipendenti del sito palermitano, dove la crisi sanitaria si somma a quella economica che il call center sta già fronteggiando da anni, fra esuberi e tagli ai volumi di traffico in favore di delocalizzazioni all’estero.

Una buona notizia anche secondo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e lassessore al Lavoro, Giovanna Marano. “L’annuncio di Almaviva di utilizzare lo smart working per tutte le lavoratrici ed i lavoratori è una scelta responsabile ed è in questo momento esempio per il settore e per l’insieme del mondo dei servizi – dicono –. Confidiamo nel fatto che i loro committenti diano il via libera per mettere in sicurezza il valore del lavoro in forme innovative garantendo la piena applicazione delle norme del decreto sul Covid-19. Almaviva Palermo in questo momento è anche un’azienda di frontiera perché gestisce il numero verde 1500 a servizio del nostro Paese, con straordinario impegno e professionalità”.

“A questo punto attendiamo che i committenti aderiscano alla richiesta di Almaviva – auspica Francesco Assisi, segretario generale del sindacato Fistel Cisl Sicilia con senso di responsabilità e a tutela della salute nazionale, come stanno già facendo tutte le grandi aziende dei vari settori merceologici del Paese. È indispensabile tutelare la salute dei lavoratori e anche la continuità lavorativa di questo comparto, che stava già attraversando serissime difficoltà, al fine di non determinare la desertificazione del settore al termine di questa gravissima emergenza sanitaria”.

Claudio Marchesini, segretario Regionale Ugl Telecomunicazioni, parla di “un atto di responsabilità nei confronti della salute dei lavoratori. Dal momento però che la stessa azienda dispone della tecnologia per attivare il lavoro agile per tutti i dipendenti, è necessario che i committenti autorizzino senza indugi questa modalità di lavoro. Sarebbe una beffa se un’azienda che ha la possibilità di estendere lo smart working a migliaia di lavoratori dovesse invece ricorrere all’ammortizzatore sociale per mancanza di decisionalità da parte di qualcuno – aggiunge Marchesini – in un momento come questo in cui il ricorso allo smart working viene giustamente ritenuto da tutti, governo in primis, lo strumento più idoneo da utilizzare”.

Ma Almaviva rimane un punto di partenza: solo in Sicilia, per esempio, il settore call center conta circa 20 mila dipendenti. Dalla politica regionale siciliana arriva un appello: “Occorre che tutti i call center privati corrano ai ripari e chiudano tutto per almeno due settimane”, dice Michele Mancuso, deputato di Forza Italia all’Ars che aveva lanciato l’allarme sulla situazione dei call center dopo le nuove misure di contenimento del Covid-19. “Per tale motivo – prosegue – ho grandi perplessità per quanto sta accadendo ad esempio alla Telecontact center (Telecom) di Caltanissetta, poiché riteniamo che le misure adottate, in linea con i livelli essenziali stabiliti, certamente comportano un assembramento di persone paragonabile a un fiammifero dentro un pagliaio. Vero è che stanno provvedendo con il lavoro da casa, ma quali sono i tempi per organizzarlo? Qui ci giochiamo tutto nei prossimi quindici giorni. Buon senso vuole che lasciamo tutti a casa e poi si parte con il telelavoro”.


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