CATANIA – “La conclusione del vertice romano alleggerisce poco la vertenza Almaviva, ma impone riflessioni urgenti sulla questione occupazione. Occorre aiutare i giovani e meno giovani che perdono il lavoro a ricostruire il loro profilo di mercato. La vicenda del call center Almaviva riporta prepotentemente d’attualità una questione mai affrontata dalle amministrazioni: il comune deve fare da garante ai soggetti più deboli come, in questo caso i giovani che perdono il posto di lavoro. I tavoli di concertazione sono uno strumento necessario, ma non tempestivo. Il caso Almaviva, purtroppo, è l’occasione per imparare che ad alcuni interventi bisogna pensare qualche anno prima e non il giorno dopo. Penso che sarebbe importante istituire un fondo di garanzia, gestito da diverse istituzioni ma coordinato dal comune, che si accumuli prima e permetta di aiutare i lavoratori in un momento di passaggio tra la perdita del lavoro e la ricerca di un’altra occupazione.
Ovviamente il Comune non può sostituirsi allo Stato che utilizza la mobilità o la cassa integrazione. In questo caso potrebbero risultare opportune nuove politiche di social housing e in questo contesto ipotizzare di rintracciare fondi utili per facilitare cambi di residenza e la ricerca di nuove abitazioni. L’amministrazione non per forza deve investire risorse proprie, ma può coordinare tutti gli sforzi necessari per far si che i lavoratori che si trovano in questa situazione, possano essere aiutati anche a trovare soluzioni alternative” .