Altri cinque anni con Crocetta | Catalogo dei disastri possibili - Live Sicilia

Altri cinque anni con Crocetta | Catalogo dei disastri possibili

Vuole governare ancora. Vanta i suoi 'successi'. Infatti, si ricandida. Ma noi abbiamo scoperto il retroscena.

Tra satira e realtà
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5 min di lettura

Grazie al nostro efficiente servizio di spionaggio e ai buoni uffici di un gabinettista-megafonista rinnegato, LiveSicilia è venuta in possesso di una segretissima lettera che Rosario Crocetta ha inviato ai componenti del suo cerchio magico, in vista delle prossime regionali. Eccola.

Cari amici rivoluzionari, ci apprestiamo a governare per altri cinque anni. Le elezioni del prossimo 5 novembre sanciranno il nostro trionfo. Abbiamo salvato la Sicilia e la Sicilia ci sarà riconoscente! Qui, prima di noi, erano tutti mafiosi e andavano a cavallo dello scecco, con la lupara a tracolla, in mezzo alle pale di ficodindia. Grazie alla rivoluzione, i siciliani hanno ottenuto la legalità, il dentista e l’acqua corrente che prima non c’erano (Patrizia, io mi fido di te e del volume che mi hai prestato ‘Yoghi, Bubu, Turi Giuliano e l’antimafia’, ma siamo sicuri che sia così?).

E soprattutto hanno dimenticato quei giorni brutti, quelli di Totò Cuffaro e della famosa cosca del cannolo con la coppola. Quei giorni atroci, quando i presidenti favorivano non il merito e la competenza, ma gli amici degli amici e i cerchi magici. Cose di pazzi!

Insomma, abbiamo portato l’abbondanza, la speranza e pure l’assessore Vermiglio che nessuno ha mai incontrato e che forse nemmeno esiste. Ecco perché abbiamo, indubbiamente, già vinto. Si rende quindi necessario attrezzarsi con una nuova squadra, per non farsi trovare impreparati e continuare il percorso.

In proposito avrei qualche idea. Vi prego di leggere il presente pizzino che vi invio, per poi consegnarlo ad Antonello Cracolici che provvederà a ritirarlo e a mangiarlo seduta stante, affinché non cada nelle mani dei nostri nemici: i cuffariani, i faraoniani e i lavoratori della Formazione.

Siccome siamo un po’ in tempi di ristrettezze, dovremo accontentarci. Non avremo più in giunta un artista sobrio del calibro di Franco Battiato. Ma ritengo opportuno che ci sia una presenza intellettualmente e musicalmente qualificata. Ho pensato, perciò, a Pupo, con quel suo ‘gelato al cioccolato dolce e un po’ salato’, che potrebbe diventare l’inno del Crocettismo, perché ricorda da vicino il nostro manifesto degli inizi: un motivetto che suona bene, ma nessuno sa che diavolo significhi. Se Pupo non fosse disponibile, ho pensato a un catanese di altissimo profilo, così perfino Musumeci sarà contento: Umberto Balsamo. Ricordate? “Balla per me, balla balla, tutta la notte sei bella”. I siciliani li abbiamo fatti ballare a puntino. Apprezzeranno.

Ho pure ingaggiato un nome autorevole per l’assessorato al Bilancio. Si tratta di ‘Batistuta’, il criceto di Matteo Renzi che campa (il criceto, non Renzi) con tre semini di girasole al giorno e un po’ d’acqua. Basta che gli dai una ruota da girare e lui è felice: un vero esempio di spending review. Purtroppo, siamo in tempi di ristrettezze. Mi chiederete: e Baccei? E’ stata raggiunta l’intesa per uno scambio alla pari. Il criceto viene a fare l’assessore, l’assessore va a fare il criceto a casa di Matteo. Dovranno solo mettergli a disposizione una ruota un po’ più grande. In aggiunta, Delrio ha preteso Palazzo d’Orleans, il golfo di Mondello, il Liotru, un latte di mandorla (macchiato) e l’intera Basilicata che non è nostra, ma io mi sono impegnato lo stesso.

Nelle riunioni di giunta vedrete una poltroncina nuova: è Alfano. No, non è ‘di Alfano’, è lui nella sua forma migliore: la poltrona, appunto. Angelino, per sdebitarsi, ci presterà il fratello Alessandro, quello bravo, assunto per meriti specialissimi alle Poste, da utilizzare come simpatica mascotte in tutta l’Isola. Gli basterà stare zitto, sorridere, sventolare il curriculum e il nostro consenso aumenterà ver-ti-gi-no-sa-mente.

Noi siamo, infatti, il governo del sorriso, della gioia, caloroso come gli incendi di questa estate e non vogliamo scontentare nessuno. Per esempio, ho già dato indicazioni per comprare a Davide Faraone la confezione regalo del ‘Piccolo Presidente’, magari la smetterà di lamentarsi e potrà divertirsi, piazzando i suoi fedelissimi, senza criticare. (Patrizia, a proposito di Piddì, ricordati di farmi sapere come è finita la ricerca scientifica della sezione Cern di Gela: “Ma Raciti sa sorridere o è nato proprio così?”).

Siamo un po’ sguarniti sul fronte dell’antimafia militante, dopo vari addii e sputtanamenti, lo riconosco. Chi scegliere quale vessillo, alfiere, uomo sandwich per la rinnovata esperienza della rivoluzione? Antonio Ingroia, purtroppo, è impegnato: vive sotto copertura, a casa Contrada, travestito da lampadario. Quando spengono la luce, perquisisce tutto con scrupolo. Deve ritrovare il triciclo che gli fu sottratto da bambino alla villa comunale e nutre sospetti motivatissimi di depistaggio e insabbiamento. Certamente una trattativa ci fu.

Il programma? Potrei obbiettare che in Sicilia i programmi non servono, perché sono sufficienti i rutti e le trazzere, ma ce l’ho lo stesso, sono preparatissimo.

Metterò ruotine da criceto in tutti gli ospedali: i pazienti, mentre aspettano il turno decennale, potranno distrarsi un po’. Massimo Giletti diventerà tribuno della Rivoluzione Permanente e avrà, ovviamente, diritto al vitalizio. I disoccupati continueranno a essere disoccupati, ma a tutti sarà distribuito, in fascicoli, un libro sulla vita di Beppe Lumia, dal titolo ‘Se ce l’ha fatta lui…’. Ho pure pensato di realizzare una trazzera piccola piccola per collegare Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni. Uno sfizio presidenziale.

E’ tutto, cari amici rivoluzionari. Tra un po’ busserà Antonello, mi raccomando, consegnategli il pizzino. Ora vado un po’ in ferie, perché tanto vinceremo pure senza campagna elettorale (Patrizia, hai messo in borsa il costume antimafioso, quello con la scritta: “La pacchia non dura? E io vado in Procura!”). Aspetto solo che il traghetto sbarchi sul marciapiede sotto casa per condurmi a Filicudi. Si sa, sono tempi di ristrettezze.

Ps. Ovviamente è uno scherzo, un falso giocoso, per sdrammatizzare la cocente amarezza di questa valle di lacrime. Rosario Crocetta non ha mai vergato la soprascritta lettera e Antonello Cracolici, soprattutto, non l’ha mai mangiata.

Però, lui, Saro, ci crede davvero. Crede, cioè, che dopo cinque anni di malgoverno, di pasticci, di inciuci e di magheggi, la derelitta Isola possa ancora incoronarlo governatore. Infatti, si ricandida con palmare e ardimentosa sfrontatezza.

Ora, caro presidente, vorremmo dirtelo persino con un affetto che non sospetti. Lascia perdere. Vivi la vita felice che ti auguriamo, come vuoi tu e con chi vuoi tu. Ma restituisci la Sicilia ai siciliani. Restituisci la Sicilia, sottratta dalle tue cortine fumogene, dall’impostura politica di una rivoluzione che non c’è mai stata, dalla bugia che vorrebbe risorto un popolo piegato in due dal dolore e dal bisogno: non solo per colpa tua, ma anche per colpa tua. E fa’ in modo che di te non si scriva né si parli, pubblicamente, mai più.

 

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