PALERMO – Nessuno sversamento in mare, nessun problema col percolato, nessuna irregolarità, nessun comportamento scorretto da parte dell’assessore Maria Prestigiacomo: “Se vogliono sfiduciarla, dovranno sfiduciare me”. Quella di Leoluca Orlando è una difesa a tutto campo, resa necessaria dopo il commissariamento dell’azienda deciso dal Tribunale di Palermo e l’audizione della commissione parlamentare di inchiesta sulla depurazione. Il Professore e la sua amministrazione sono finiti al centro di un’inchiesta sulla depurazione delle acque non solo di Palermo ma anche di Balestrate, Carini e Trappeto e, in particolare, nell’occhio del ciclone c’è la partecipata del Comune che gestisce il servizio nell’area metropolitana.
La Prestigiacomo ha già rimesso la delega ai rapporti con Amap, di cui è stata presidente, e i tre dirigenti sono stati spostati. Il sindaco si è trovato in un angolo e sta provando a uscirne, anche se stavolta è stato costretto a scegliere un basso profilo: dall’altra parte della barricata non ci sono avversari politici o privati, bensì la Procura e il Tribunale. Orlando evita ogni polemica e si limita a dire che “la Procura ha fatto benissimo, fa il suo mestiere. I magistrati esamineranno gli elementi tecnici e se decideranno di confermare il sequestro vorrà dire che era giusto”. In realtà il sindaco davanti alla commissione parlamentare e in conferenza stampa smentisce di fatto le indagini e assicura che non ci sono stati sversamenti in mare di percolato, né irregolarità sulle attività dei depuratori, annunciando anche un ricorso al Riesame.
“Dimostreremo la correttezza dell’azienda – dice il primo cittadino – L’indagine configura possibili reati ambientali, ma anche un’eventuale condanna non pregiudica la permanenza in carica dell’assessore di cui ho apprezzato il passo indietro. Oggi ho rappresentato alla commissione un quadro critico che l’Anci denuncia in Sicilia dal 2014, una situazione di calamità istituzionale su acqua e rifiuti. Palermo è l’unica provincia con un piano d’ambito approvato, Amap è il più grosso gestore idrico con 44 comuni ed è l’unico di tutta l’area metropolitana, una presenza che dà fastidio a chi non gradisce una presenza pubblica”. Un riferimento a possibili privati decisi a mettere le mani sul servizio, ma di cui Orlando non fa nomi e che in realtà non si vedono nemmeno all’orizzonte.
“Il depuratore di Acqua dei Corsari è destinato a servire 800 mila residenti – spiega il sindaco – perché riceverà le depurazioni non solo della zona sud ma anche di Fondo Verde, vicino allo Zen. Il depuratore di Trappeto ha una gestione commissariale, quello di Balestrate no ma è solo da gennaio che Amap può fare manutenzione straordinaria”. Ma il punto centrale, Orlando lo ribadisce più volte, è che non c’è “mai stato alcuno sversamento di acque reflue a mare dagli impianti gestiti da Amap”, né ci sono stati problemi col percolato prodotto a Bellolampo. “Solo una piccola parte finiva ad Acqua dei Corsari e dal dicembre 2018, cambiando la normativa, si è abbassato il limite di quello trattabile”.
Sul fronte interno però il sindaco deve fare i conti con la mozione di sfiducia che le opposizioni vogliono presentare contro l’assessore Prestigiacomo: un atto puramente politico e che non comporta alcuna decadenza automatica, ma che rappresenterebbe comunque uno schiaffo per il Professore e potrebbe anche non essere un caso isolato. “Il consiglio comunale è sovrano e può trattare qualunque argomento, ma se tratta cose di cui non ha competenza l’amministrazione non ci sarà – dice il sindaco – La mozione di sfiducia a un assessore è un atto puramente politico e velleitario, direi strumentale, come per la Ztl. Vogliono una mozione di sfuducia? La presentino a me, faremo chiarezza, da sei mesi il consiglio non delibera nulla se non quando viene richiamato da altri organi dello Stato”.