Amia, la carica dei 500 | In piazza dopo la sentenza - Live Sicilia

Amia, la carica dei 500 | In piazza dopo la sentenza

I lavoratori dell'Amia scendono oggi in piazza per chiedere garanzie sul proprio futuro, dopo la sentenza del tribunale fallimentare che ha rigettato la proposta di concordato preventivo. Circa cinquecento operai si sono recati a Piazza Pretoria nella speranza di incontrare il sindaco Orlando. Giaconia (Alba): "Il Comune può requisire soltanto i servizi, non certo l'Amia né, temo, i lavoratori".

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PALERMO – Si sono presentati in circa 200 all’appuntamento di piazza Ruggero Settimo, al Politeama. Ma lungo la marcia verso Palazzo delle Aquile, meta finale della manifestazione, i lavoratori di Amia e Amiaessemme sono diventati almeno 500. Un lungo serpentone che, “armato” di clacson, fischietti e bandiere, ha sfilato fino a piazza Pretoria con un unico obiettivo: incontrare il sindaco Leoluca Orlando per chiedere lumi sul futuro della partecipata che, inclusa Amiaessemme, conta al suo servizio almeno 2400 persone, senza contare l’indotto. Venerdì il tribunale fallimentare ha bocciato il concordato preventivo proposto dal Comune, ma Orlando ha parlato di un’Amia “di fatto fallita”.

Alla fine l’incontro tra il primo cittadino e i lavoratori non si è tenuto ma una rappresentenza dei sindacalisti è stata ricevuta dal presidente del Consiglio comunale Totò Orlando. Nel primo pomeriggio il Professore aveva già annunciato la convocazione per lunedì della conferenza dei capigruppo di Sala delle Lapidi per discutere non solo di Amia ma anche di Gesip e Gesap. Ma, a quanto dicono alcune sigle sindacali, avrebbe anche organizzato un incontro per venerdì alle 9.30 per discutere della vertenza con le parti sociali.

 Il corteo è stato “scortato” per tutto il percorso dai mezzi blindati della polizia di Stato, ma la manifestazione è stata chiassosa e pacifica. “Non è nostro interesse creare disagi alla città – ha detto Riccardo Acquado di Cgil Igiene Ambientale – ma non capiamo perchè il sindaco voglia riferire in Consiglio e non a noi che siamo i diretti interessati. Se non dovessero esserci novità positive in tal senso, proseguiremo lo sciopero a oltranza”. E infatti attualmente le parti sociali starebbero decidendo quali mosse attuare nei prossimi giorni in attesa che Palazzo delle Aquile muova le proprie pedine. All’indomani della sentenza il sindaco aveva promesso che “verranno assicurati i livelli occupazionali e i servizi alla città. Il Comune è pronto a prendersi in carico una nuova Amia”.

 Ma è proprio questo punto a non convincere alcuni rappresentanti degli operai: “Se la società rimane in amministrazione straordinaria – si chiede Massimiliano Giaconia, di Alba –, anche se il sindaco è la massima autorità della città in tema di salute e potrebbe forse intervenire di suo arbitrio, il Comune può requisire soltanto i servizi, non certo l’Amia né, temo, i lavoratori. E i servizi, una volta requisiti, li può affidare a chi crede. A che titolo il Comune potrebbe requisire l’Amia quando noi, fino a prova contraria, restiamo alle dipendenze di una società controllata dal Ministero? Se si profilasse una soluzione simile a quella della Gesip, ovvero una sospensione dal lavoro per farci eseguire attività socialmente utili al servizio del Comune, non accetteremmo in nessun modo”.

 “Vogliamo chiarimenti in merito alla sentenza – dice Ignazio Burgio di Usb Palermo – perchè, anche se Orlando ha assicurato di avere i fondi per garantirci tutti, vorremmo avere dei riscontri più precisi. Intanto sappiamo soltanto che per giovedì alle 14 siamo stati convocati dai commissari per comunicazioni urgenti, ma non conosciamo l’ordine del giorno”.

 “La decisione del tribunale fallimentare di Palermo di non accogliere la proposta di concordato preventivo per Amia non può e non dovrà incidere in nessun modo sui livelli occupazionali della società che dovranno essere assolutamente garantiti”. Lo dice il vicepresidente del Consiglio comunale di Palermo Nadia Spallitta (Idv). “E’ impensabile, infatti, che si possa ipotizzare – prosegue Spallitta – una qualsiasi conduzione dell’azienda, che non tenga conto e non garantisca le posizioni giuridiche dei dipendenti di Amia spa e di Amiaessemme. Condivido l’opportunità, che possa essere il Comune a gestire il servizio di raccolta dei rifiuti”. “Non so se sussistano elementi giuridici per ripresentare una nuova proposta di concordato – conclude – ma è indubbio che un’eventuale dichiarazione di fallimento potrebbe determinare gravi conseguenze rispetto al funzionamento regolare dei servizi e chiaramente rendere più incerta la condizione dei lavoratori”.

“I commissari Amia hanno comunicato con nota odierna al sindaco la possibilità di salvataggio dell’azienda fino al 27 luglio – dice Antonio Vaccaro dell’Ugl – data di scadenza dell amministrazione straordinaria. Nella nota i commissari chiedono al sindaco di assumere entro cinque giorni tutte le decisioni che non hanno permesso l’approvazione del concordato. L’Ugl chiede che il sindaco dica chiaramente se la sua idea é quella di far fallire Amia e quindi di conseguenza quali iniziative intende percorrere da subito per salvaguardare i posti di lavoro di 2400 persone. La manifestazione di oggi e le assemblee in itinere hanno infatti lo scopo di chiedere il salvataggio di Amia e il rispetto per questi lavoratori che non meritano di essere abbandonati da questa amministrazione comunale.

 


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