PALERMO – Si torna a parlare di trivelle a Sala d’Ercole. Dopo il rinvio della scorsa settimana, il Parlamento regionale deve ancora decidere come procedere in merito alle trivellazioni nel Canale di Sicilia dopo l’approvazione in Commissione Ambiente, martedì scorso, di una legge voto e di una proposta referendaria per bloccare l’applicazione dell’articolo 38 dello “Sblocca Italia” di Renzi.
In Aula, a rappresentare il governo, il vice presidente Mariella Lo Bello. Assente il governatore Rosario Crocetta. Un’assenza che ha fatto infuriare il Movimento 5 Stelle. “Dov’è Crocetta? Che fa? – chiede la pentastellata Valentina Zafarana in apertura di seduta – Venerdì scorso, all’incontro con i parlamentari nazionali è arrivato e poco dopo è andato via; non abbiamo notizie del Bilancio; non sappiamo di interventi tempestivi per gestire l’emergenza della questione rifiuti. La Regione è al collasso e il presidente non viene in Aula? Il Movimento 5 Stelle per protesta oggi non parteciperà al dibattito”.
Pure i forzisti di Sala d’Ercole hanno attaccato il governatore: “Anche oggi Crocetta ha disertato l’Aula – attacca il presidente di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone – nonostante all’ordine del giorno vi fosse la spinosa vicenda delle trivelle. Per domani poi la Commissione Bilancio è rinviata perché la relazione riguardante il mutuo non è ancora pervenuta. Risultato: l’Aula è bloccata. Tra immobilismo e tatticismo il governo paralizza la Sicilia”.
A moderare gli interventi e far ripartire il dibattito è stato il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “Il governo è ampiamente rappresentato in Aula e credo sia importante che oggi i gruppi parlamentari si esprimano sul tema perché i tempi per rivolgersi alla Corte Costituzionale, per bloccare eventualmente l’applicazione dell’articolo 38, sono stretti. Oggi discutiamo, domani possiamo pensare ad approvare un ordine del giorno sulla questione”.
L’assessore Lo Bello ha difeso il governatore: “Le convocazioni dell’Aula sono coincise con appuntamenti del presidente che non erano né rinviabili né delegabili ad altri. Ma domani il presidente ci sarà”, ha annunciato. Il presidente Ardizzone ha dunque avviato il dibattito che si è incrociato più volte con il tema, affrontato venerdì all’Ars con i parlamentari siciliani di Camera e Senato, delle imposte che, pagate in Sicilia, dovrebbero restare alla Regione.
Al termine degli interventi, ricordando che domani il presidente Crocetta sarà in Aula e rinviando la seduta, Ardizzone ha spiegato che “si augura di riuscire a giungere all’approvazione di un ordine del giorno condiviso, perché siamo in un momento di forza, bisogna restare uniti e trovare una soluzione condivisa, così come stanno facendo altre regioni, come la Basilicata e il Molise”.
Anche Fabrizio Ferrandelli, schieratosi palesemente contro le trivellazioni – tanto da essere sceso, al termine della seduta a salutare i manifestanti “No Triv” – punta all’approvazione di un ordine del giorno condiviso: “Basta melina sulle trivellazioni. O si trova la condivisione dell’intero parlamento regionale per difendere le prerogative e le competenze dell’Ars oppure domani si vota il mio ordine del giorno”. Il deputato regionale del Pd, infatti, ha presentato, nei giorni scorsi, un ordine del giorno per impegnare il presidente della Regione, ai sensi dell’articolo 30 dello Statuto della Regione siciliana, ad impugnare presso la Corte Costituzionale l’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’.