Antigone torna a Siracusa - Live Sicilia

Antigone torna a Siracusa

Il teatro greco di Siracusa

La regia è di Cristina Pezzoli, con due attori di esperienza come Maurizio Donadoni e Isa Danieli.

SIRACUSA – La legge degli uomini e quella degli dei; l’obbedienza al potere e la scelta di libertà, fino alla morte e così via: sono molti i dilemmi che da sempre si agitano nelle parole di Antigone, la fanciulla che per affetto familiare si oppone al re Creonte. E basta poco per attualizzare questa storia, che consente al pubblico di oggi di specchiarsi in quello di venticinque secoli fa, al quale si rivolgeva il grande drammaturgo Sofocle. Lo si vede anche nello spettacolo appena andato in scena al Teatro Greco di Siracusa, per il ciclo classico dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), dove la tragedia segue “Edipo re” dello stesso Sofocle e si alterna con “Le donne al parlamento” di Aristofane. La regia è di Cristina Pezzoli, con due attori di grande esperienza, come Maurizio Donadoni, fisico massiccio e recitazione perentoria nella parte di Creonte; e Isa Danieli, un Tiresia (l’indovino) enigmatico senza etàe senza sesso.

Accanto a loro la debuttante a Siracusa Ileana Maccarone nella parte più importante della sua carriera, la fanciulla Antigone. C’é poi un già noto Gianluca Gobbi, che nei panni della Guardia, che ha il gravoso compito di informare il re che i suoi ordini sono stati violati, inserisce delle risonanze comiche, discutibili come scelta di regia, ma applauditissime dal pubblico. Fra tutte le tragedie greche Antigone è fra la più rappresentate e le più attualizzabili. E la storia di una fanciulla che si rifiuta di obbedire ad un ordine del re contrario alla legge degli dei, che sono al di sopra di quelle umane. Antigone trasgredisce gli ordini del re e dà sepoltura al corpo di suo fratello. Creonte per questo la fa seppellire viva, ma non sa che con lei si lascerà morire il suo promesso sposo Emone, che è il figlio dello stesso Creonte. Quando il vecchio indovino Tiresia lo ammonisce con parole terribili, il re sconvolto fa riaprire la tomba: ma è e troppo tardi. Antigone si è impiccata ed Emone si uccide sotto gli occhi del padre. A tanto sangue non resiste Euridice, sua madre, che si uccide a sua volta. Fra tante morti e tanti discorsi sulla legge, “L’Antigone” conferma ogni volta la sua forza dialettica e la sua perfezione narrativa. Ancora oggi il pubblico la segue con passione. Anche se la versione appena andata in scena ha il pregio della chiarezza e della forza degli attori, meno chiaro e definito è il disegno registico complessivo, con le processioni del coro dei vecchi tebani, che sembrano un coro di chierici religiosi. Tuttavia lo spettacolo è stato applaudito dal folto pubblico che affollava le scalinate di pietra bianca del meraviglioso monumento di Siracusa.


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