PALERMO – “Adesso sarebbe ora di sbrigarsi”. Rosario Crocetta è di buon umore. Arriva a Palazzo dei Normanni, nel giorno in cui potrebbe (ma altrove l’ottimismo non è così evidente) essere approvata una Finanziaria “nella quale – sottolinea – abbiamo inserito tante belle riforme”.
Il governatore è ottimista, invece. Lui sì. “Ci hanno chiesto di fare dei passi indietro – racconta – e noi non solo non ci siamo arrestati, ma abbiamo anche elevato la posta in gioco”. Il governo non si ferma, ma rilancia, quindi. “Questa Finanziaria ha un’anima – rivendica Crocetta – e vedrete cosa abbiamo previsto negli altri articoli. Penso alle misure per gli artigiani, ai quali abbiamo destinato circa 30 milioni con lo strumento del microcredito”.
Ma al di là dell’ottimismo e del buon umore, c’è la variabile “tempo” a creare qualche preoccupazione: “Certo, in questo modo la gente rischia di non prendere gli stipendi e una cosa del genere non deve accadere. Tante persone – continua Crocetta – hanno delle scadenze in quei giorni, non possiamo creare difficoltà ai siciliani”. E allora, che si fa? Finora il ritmo è stato lento al limite dell’esasperazione. Solo un terzo degli articoli ha ricevuto l’ok dell’Aula. “Non posso fare altro – commenta Crocetta – che lanciare un appello al Parlamento: bisognerebbe ridurre il numero e la durata degli interventi. Limitarsi a quelli essenziali. Non si tratta di una questione politica, ma essenzialmente pratica. Io avrei ridotto ulteriormente i tempi concessi a ciascun gruppo, anche per evitare ripetizioni inutili”.
E la gestione dei lavori d’Aula in effetti è stata al centro di un furioso attacco, appena dopo la chiusura dei lavori di ieri, di Lino Leanza nei confronti del presidente dell’Assemblea Ardizzone: “Si tratta di momenti di normale nervosismo – minimizza Crocetta – dopo ore di interventi di gente che parla e riparla sempre delle stesse cose. Spaccature nella maggioranza? Io mi considero un patrimonio collettivo…”.
Lo stesso copione, però, potrebbe ripetersi oggi. L’Aula ripartirà dall’approvazione dell’articolo 24. Ancora una trentina quelli da approvare. E nel Palazzo in pochi credono nella possibilità di esitare la legge di stabilità entro oggi. “Ma dei risultati – conclude Crocetta – li abbiamo già ottenuti. Questa è una Finanziaria diversa rispetto al passato: non ci sono prebende o creazioni di nuove società inutili”.
Dopo la finanziaria, però, ecco altri nodi da sciogliere. “I manager della Sanità? Vogliamo introdurre grossi elementi di novità: non friggeremo sempre con lo stesso olio…”. E poi, ovviamente, le ipotesi-rimpasto. In questo caso, Crocetta è più sibillino: “Del diman non c’è certezza…”. E in effetti, per il momento è meglio pensare a oggi.