PALERMO – Per un big che va, un altro che viene. Dopo la chiusura annunciata per il prossimo 23 giugno, sotto i portici di via Ruggero Settimo, potrebbe arrivare un colosso internazionale. Sembra, infatti, che la Apple abbia puntato lo sguardo sulla sede della Stefanel che, dall’estate, chiuderà i battenti e procederà al licenziamento di cinque dipendenti. Il colosso di Cupertino, assente dal capoluogo, e presente in Sicilia solo nella zona del Catanese, avrebbe scelto proprio i locali dove adesso è presente il negozio di moda come location ideale per il nuovo store.
Una location che, in realtà, fa gola a molti. Perché anche il gruppo Inditex sembrerebbe interessato ai due piani di circa 800 metri quadri della Stefanel, per altro dopo la recentissima apertura di Zara Home al posto dell’ex gioielleria Fiorentino in via Libertà. Complice probabilmente la posizione strategica, in pieno centro città, e il grande open space interno adatto sia ad ospitare negozi di moda – Stradivarius o Pull & Bear i più accreditati di questo settore merceologico per accaparrarsi l’immobile -, sia l’Apple Store, che diventerebbe l’unico per la Sicilia occidentale.
Intanto l’unico punto vendita Stefanel per Palermo si appresta ad abbassare le saracinesche. Crisi e drastico calo del fatturato negli ultimi tre anni sarebbero il motivo. Già sette anni fa l’azienda aveva ridotto il personale, facendo ricorso sia ai contratti di solidarietà che alla cassa integrazione. Poi gli ammortizzatori sociali, fino ad oggi che, con i bilanci in negativo, annuncia la chiusura. “Abbiamo chiesto all’azienda come mai non fosse arrivata la collezione primavera-estate – spiega Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia -. Questo ci ha fatto temere ci fosse qualcosa sotto”.
Già dal prossimo autunno, dunque, potrebbe aprire un nuovo store proprio al posto del marchio italiano di moda. “Qualunque sia la nuova apertura – conclude la Flauto – non è pensabile licenziare dipendenti che lì hanno lavorato per oltre dieci anni. Prima degli ultimi cinque licenziati, infatti, si era aperta una procedura di mobilità volontaria che ha comportato la riduzione dell’organico. Ne sono rimasti solo cinque che, per quel tipo di attività, costituiscono un organico decisamente sottodimensionato. L’azienda ha fatto ben poco negli ultimi anni per rilanciare quel punto vendita. E oggi getta la spugna e chiude”.