CALTANISSETTA – Il primo approccio sarebbe avvenuto a ottobre. Una ragazzina di appena undici anni sarebbe stata costretta a subire le morbose attenzioni di un suo insegnante, in una scuola media di Caltanissetta. Lui l’avrebbe molestata sessualmente, palpeggiandola. L’episodio si sarebbe ripetuto una seconda volta, qualche mese dopo, esattamente ad aprile.
La denuncia e le indagini
A questo punto la vittima ha trovato il coraggio di parlarne con un’altra prof, che ha coinvolto la vicepreside. Poi, di fronte all’assenza di provvedimenti e al silenzio della scuola, è scattata la denuncia alla polizia. È iniziata così la vicenda che ha portato un paio di settimane fa, anche se la notizia è stata resa nota solo ieri, un docente di scuola media in stato a essere arrestato per violenza sessuale, aggravata dalla giovanissima età della sua vittima. L’inchiesta è stata condotta dalla squadra mobile di Enna, diretta dal vicequestore Antonino Ciavola, sotto il coordinamento dell’ufficio requirente di Caltanissetta, diretto dal procuratore Salvatore De Luca.
L’interrogatorio di garanzia
Al professore il gip ha imposto gli arresti domiciliari e l’uomo è già comparso di fronte al giudice per l’interrogatorio di garanzia, difeso dagli avvocati Dino Milazzo e Fabio Esposto. Legali che hanno già presentato ricorso al Tribunale del Riesame, per chiedere la revoca della misura cautelare e la liberazione del proprio assistito. Il collegio di sei giudici del Tribunale di Libertà deciderà nei prossimi giorni: l’udienza non è ancora stata fissata.
La reazione sui social
Sui social, intanto, le reazioni sono unanime. È un coro di condanna nei confronti dell’indagato – il quale, è giusto sottolinearlo, al momento è solamente sottoposto a indagini e in stato di custodia cautelare ai domiciliari: dovranno essere i giudici a stabilire se sia innocente o colpevole. Non è nota ancora neanche la sua versione dei fatti, perché l’interrogatorio è coperto dal più stretto riserbo. Anzi, tecnicamente, non si sa neppure se l’uomo abbia risposto al gip. Allo scopo di tutelare la possibile vittima, oltre che per non compromettere le indagini, non è stato comunicato il nome dell’indagato né quello della scuola dove le molestie sarebbero avvenute.