PALERMO – Un botta e risposta durissimo tra la Regione e l’Amap, uno scontro istituzionale in piena regola mentre scade la proroga e 202 posti di lavoro tornano prepotentemente a rischio. Ecco il caos del servizio idrico integrato in una parte della Provincia di Palermo, quella ormai orfana di Aps. L’ultimo colpo di scena ieri sera quando, nel corso di una riunione presso l’assessorato all’Energia, l’Amap ha posto nuovamente le sue condizioni per rilevare il servizio fino a ottobre: deroga sui depuratori fuori norma, affidamento pluriennale e soldi ma non come aumento di capitale, visto che non potrebbero essere usati per la gestione ordinaria.
Richieste a cui la Regione ha opposto un netto rifiuto: non si può andare in deroga al codice penale, non si possono dare soldi direttamente a un privato e non si possono concedere affidamenti pluriennali. Ieri sera il dialogo sembrava ancora aperto, ma questa mattina l’assessore regionale all’Energia, Vania Contrafatto, ha sparato a zero. “Dobbiamo prendere atto che l’Amap non è nelle condizioni di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps. Hanno fatto perdere tempo prezioso a tutti , lavoratori per primi, impedendo, di fatto, la ricerca di alternative – ha tuonato – l’Amap ci ha comunicato solo adesso che non vuole aumentare il proprio capitale, il che rende impossibile il trasferimento dei fondi regionali e ha chiesto nuovamente apposite deroghe per il mal funzionamento degli impianti di depurazione. Tutto ci costringe a rivolgerci direttamente ai comuni visto che, al momento, non si profilano altre soluzioni. Sulla depurazione, da un punto di vista normativo, non sono previste deroghe. La Regione, ancora una volta, interverrà in una vicenda giunta al collasso per garantire la continuità del servizio”. Insomma, ora la palla passa ai comuni.
Nel pomeriggio la replica, altrettanto dura, della presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo. “Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, a essere inadempiente è la Regione di cui non ci fidiamo più – dice ai giornalisti – dovevano approvare una legge per individuare gli ambiti e non lo hanno fatto, ci avevano garantito le somme e non hanno mantenuto la promessa: i soldi per l’aumento di capitale non ci servono, visto che non possiamo utilizzarli per l’ordinaria gestione”.
La situazione resta comunque critica: stasera scadrà la proroga prefettizia, il 17 l’affitto del ramo d’azienda. Se, come sembra, non vi sarà una nuova proroga prefettizia, l’unica strada sarà affidare le reti ai comuni. “Noi non siamo in grado di gestirle, siamo pronti a denunciare il governo regionale”, tuona il primo cittadino di Camporeale Vincenzo Cacioppo. L’interruzione del servizio idrico, secondo la Regione, non ci sarà perché saranno i comuni a dover gestire le reti, ma i sindaci sembrano di parere opposto. “Non hanno le idee chiare neanche nella maggioranza”, dice il sindaco di Piana degli Albanesi Vito Scalia.
I timori dell’Amap sono di affondare come Aps, che vanta debiti per 25 milioni di euro di cui 5 solo con l’Enel per l’energia elettrica che sarà così tagliata, visto che costa mezzo milione al mese in più. “Noi abbiamo chiesto 8 milioni, ma comunque ne perderemmo 4, avremmo speso 300mila euro al mese per la piccola manutenzione ordinaria – spiega la Prestigiacomo – dal 14 gennaio, il giorno dopo aver incontrato il presidente Crocetta, ci siamo messi al lavoro predisponendo anche la modifica del nostro statuto. Abbiamo scritto la prima nota il 27 gennaio, poi un’altra il 18 febbraio e intanto abbiamo lavorato con i dipendenti Aps. Questo dimostra che non siamo stati fermi e non abbiamo perso tempo, così come non lo hanno perso i comuni che hanno sostenuto questa operazione. La Regione è inefficiente, non ha deliberato i nuovi ambiti di gestione territoriale. I patti non sono stati rispettati”.
Altro fronte caldo è quello dei dipendenti. Se dovessero scattare i licenziamenti, non sarebbe più possibile l’affitto del ramo d’azienda: il termine ultimo è il 17 di questo mese. “La quasi totalità dei sindaci dei comuni serviti dalla ex Aps non è nelle condizioni da domani di gestire il servizio autonomamente. Le istituzioni, che reputiamo responsabili – dichiarano i segretari di Filctem Cgil Francesco Lannino, di Femca Cisl Giovanni Musso, di Uiltec Uil Maurizio Terrani, di Ugl Chimici Margherita Gambino e di Cisal Federenergia Raffaele Loddo – non possono consentire un salto nel buio che avrebbe conseguenze devastanti igienico-sanitarie, con possibili disastri ambientali per 500 mila abitanti serviti. Da tre anni questa storia non riesce ad avere fine, non si riesce a trovare una soluzione definitiva”.
“Il governo regionale intervenga subito per scongiurare il rischio, da domani piu’ che concreto, di una interruzione del servizio idrico nei Comuni del palermitano – dicono Toto Cordaro e Roberto Clemente del Cantiere popolare – apprendiamo dal governo che Amap non sarebbe nelle condizioni di poter gestire il servizio e poiche’ i Comuni non possono gestire le reti idriche, ci troviamo di fronte ad una situazione grottesca. Questa vicenda e’ stata gestita male dal governo regionale ed oggi, di fronte ad una precisa scadenza, ci troviamo nella possibilità piu’ che concreta di una interruzione di un servizio fondamentale, con grave disagio per l’utenza e con grave pregiudizio per i lavoratori della societa’ Aps il cui futuro occupazionale può essere messo a rischio. Il governo regionale trovi subito una soluzione adeguata e in tempi brevissimi”.