PALERMO – La vicenda Aps giunge a un punto di non ritorno. Oggi la curatela fallimentare ha infatti fatto partire ufficialmente le lettere di licenziamento per i 202 dipendenti, con tanto di incontro con i sindacati presso l’Ufficio provinciale del lavoro. Le organizzazioni hanno chiesto, anche nel caso in cui le reti passino ai comuni, che comunque i dipendenti vengano salvaguardati andando negli enti locali, ma la situazione è più ingarbugliata che mai con i lavoratori che dalla Prefettura si sono spostati in piazza Indipendenza.
Se giovedì sembrava ormai raggiunto l’accordo con Amap, la situazione è precipitata tra sabato e domenica. La Regione ha infatti stanziato 6,4 milioni di euro da ripartire ai 42 comuni che, a questo punto, potranno o usarli per acquistare le azioni di Amap, senza doverli restituire, ma in questo caso l’Amap non è disponibile a prendersi il servizio; oppure darli all’Ato che li girerà ad Amap per la gestione ordinaria, ma in questo caso i soldi andranno restituiti a rate rivalendosi sulla tariffa dell’acqua. Un’ipotesi, quest’ultima, poco gradita sia ad Amap che ai sindaci stessi, tanto che il primo cittadino di Piana degli Albanesi ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato.
I Comuni, in poche parole, preferirebbero non dover restituire le somme, magari grazie a un’ordinanza di Protezione civile, ma il tempo è agli sgoccioli. Domani scadrà il fitto del ramo d’azienda e, una volta licenziati, i lavoratori non potranno più transitare in Amap con l’affitto del ramo.