PALERMO – I carabinieri di Caccamo (Palermo) hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di Salvatore Puccio, 66 anni, ex macellaio, condannato con pena definitiva a 23, 2 mesi e 12 giorni per omicidio aggravato in concorso con Antonino Giuffré, Girolamo Pirronitto, Bernardo Provenzano, Ciro Vara e Giuseppe Madonia che il 23 febbraio ’88 uccisero a Valledolmo (Palermo) Gandolfo Panepinto, un meccanico, che stava eseguendo lavori di muratura nella sua officina. Il commando era formato, oltre che da Puccio, da Rosolino Rizzo e da Giuffré, all’epoca dei fatti capo del mandamento mafioso di Caccamo, su disposizione del boss Provenzano. L’assassinio fu eseguito per riportare l’ordine a Valledolmo, dove Panepinto avrebbe commesso estorsioni ai danni di allevatori e imprenditori senza l’autorizzazione dei boss. Fondamentale nella ricostruzione della vicenda è stata la collaborazione di Giuffré. Lo scorso 23 ottobre la corte d’appello di Palermo aveva assolto Puccio dall’accusa di associazione mafiosa, nonostante sei pentiti lo avessero descritto come facente parte della cosca mafiosa di Caccamo, dichiarazioni che in primo grado gli erano costate la condanna a 10 anni.
L'ex macellaio di Caccamo, ora sessantaseienne, condannato insieme ad Antonino Giuffré, Girolamo Pirronitto, Bernardo Provenzano, Ciro Vara e Giuseppe Madonia per l'uccisione di Gandolfo Panepinto, un meccanico di Valledolmo. Il commando era formato, oltre che da Puccio, da Rosolino Rizzo e da Giuffré.
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