PALERMO – “Umanamente ho buoni rapporti con tutti all’interno dell’Udc, politicamente faccio le mie considerazioni”. Quando squilla il telefono Lillo Firetto sta correndo verso Sala d’Ercole, dove il Parlamento regionale si sta riunendo in fretta e furia, in pieno agosto, per promulgare la manovra ter senza le parti impugnate dal commissario dello Stato, Carmelo Aronica. Poca voglia di parlare di quelle dimissioni annunciate di buon mattino con un comunicato stampa: “E’ tutto già scritto lì – dice – non ci sono altre interpretazioni da fare. “L’intensificarsi dell’attività connessa al mio mandato di sindaco di Porto Empedocle – ha spiegato nella nota – mi impedisce di assolvere come vorrei la funzione di presidente del gruppo parlamentare Udc. Rassegno le dimissioni. Ringrazio tutti i componenti del gruppo per la fiducia accordatami così come tutti i collaboratori che in questi mesi mi sono stati accanto”.
Troppo poco per spiegare l’addio al ruolo di capogruppo, ricoperto da maggio 2013: “Ma è la verità – ribatte Firetto -, per me è diventato complicato svolgere il ruolo di capogruppo. Ho tantissime cose da portare avanti come sindaco di Porto Empedocle, nei prossimi mesi per me sarà una sorta di fuoco d’artificio”. Sullo sfondo, però, restano le divisioni interne allo scudocrocuiato, sostanzialmente spaccato in due all’Ars. La fronda è guidata da Firetto, con il presidente della commissione Bilancio Nino Dina e i deputati Margherita La Rocca Ruvolo e Mimmo Turano, ed è fortemente critici nei confronti della leadership di D’Alia fin dai giorni seguenti all’ultimo rimpasto di giunta. “Valenti e Torrisi non sono stati scelti da noi. Non possiamo garantire la maggioranza”, furono le parole dei dissidenti quel giorno.
Dissapori nati da un rimpasto mai digerito e che oggi Firetto ricorda così: “Siamo partiti in un certo modo e oggi le cose sono profondamente cambiate. E’ in ballo una questione di rapporti complessivi all’interno della coalizione, o di quel che resta di questa”. parole sibilline, che prennunciano “evoluzioni nella compagine di governo”. L’ultima battuta sa tanto di premonizione: “Le cose non rimarranno così come sono”.
Intanto, il segretario regionale dell’Udc, Giovanni Pistorio, definisce le dimissioni di Firetto “un atto rilevante politicamente, che denota grande onestà intellettuale e sensibilità politica”. Un gesto “che suggerisce a tutti, a me per primo, una riflessione attenta sul partito e sulla complessa vicenda politica nazionale e regionale”, spiega Pistorio che poi annuncia: “E’ mia intenzione a settembre, all’avvio dell’attivita politico-istituzionale, convocare il comitato regionale dell’Udc che è la sede naturale per questo tipo di riflessione”.