Ars, la manovra in aula: scintille tra governo e opposizione - Live Sicilia

Ars, la manovra in aula: scintille tra governo e opposizione

Cracolici: “La Finanziaria dei giardinetti di Musumeci”. Domani scade il temine per gli emendamenti.

PALERMO – Manovra: l’aula tornerà a riunirsi domani mattina per l’esame del bilancio di previsione. Sul palcoscenico di Sala D’Ercole stamattina è andata in scena la discussione generale della manovra finanziaria. E neanche a dirlo non sono mancate le scintille oltre che i malumori per essere arrivati fuori tempo massimo (con l’esercizio provvisorio che scade domani). Eloquente l’intervento del presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona. “E’ la prima volta che la manovra arriva direttamente in aula senza il visto politico e tecnico della commissione Bilancio, non ho mai riscontrato una simile prescrizione, così artificiosa, nella mia esperienza parlamentare. Mancano una serie di atti essenziali”. I tempi si dilatano, tanto che la presidenza dell’assemblea ha fissato alle 12 del 2 maggio il termine per presentare gli emendamenti alla legge di stabilità. Il testò che sarà esaminata nella stessa giornata. L’assessore all’economia Gaetano Armao ha rassicurato i deputati sullo stato dell’arte delle somme in arrivo da Roma. “Dopo avere acquisito tutti i pareri ministeriali, il prossimo Consiglio dei Ministri delibererà per la Sicilia 211 milioni di euro, se li avessimo avuti subito avremmo appostato le somme subito in bilancio”, ha detto. Una grandinata di critiche è arrivata dalle opposizioni. Per il deputato dem Antonello Cracolici “con una certa lucidità, il presidente Musumeci e l’assessore Armao hanno creato le condizioni per sciogliere quest’Assemblea: entrambi hanno sempre considerato l’Ars un ostacolo per dispiegare i loro disegni gestionali”. “Tutto quello che oggi ha proposto il governo con questa cosiddetta manovra era già evidente a gennaio quando sono venuti qui a chiederci l’esercizio provvisorio per 4 mesi – ha sostenuto – Era il tempo necessario che il governo chiedeva per chiudere i tavoli negoziali, sapendo bene che non era prevedibile che venissero chiusi entro il mese di aprile”, ha argomentato. E ancora. “Quindi il governo poteva presentare la manovra con artifici contabili e tecniche di finanza creativa a gennaio. In fondo questa è manovra è costruita su due parole: i tavoli e gli accantonamenti. Il bilancio non è veritiero perché molte delle spese obbligatorie sono sostanzialmente bloccate per oltre 300 milioni di euro. Se io fossi stato revisore dei conti, con tutto il rispetto, non avrei mai attestato la veridicità di un bilancio che è palesemente non veritiero”, ha attaccato senza rinunciare all’invettiva graffiante. “Questa resterà la manovra dei tavoli di Armao e del giardinetto di Musumeci: è simbolico, ma la spesa per la manutenzione del giardino davanti Palazzo Orleans passa da 24 a 125 mila euro, uno dei pochi capitoli in aumento. Mi vengono in mente i cavalli di Ambelia, Musumeci va avanti per simboli, barocchismi, consegna una Sicilia stucchevole”, ha aggiunto il deputato dem. Il capogruppo del Pd, annunciando il voto contrario della propria truppa, non è stato meno tenero bollando il bilancio come “farlocco e iniquo”.  Domani un altro round. 


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