PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana continuerà ad avere lo status di Parlamento rispetto agli altri Consigli regionali, ma cambierà quasi tutto per deputati ed assessori. E’ quanto stabilito nell’articolato del disegno di legge esitato dalla “Commissione speciale per l’applicazione in Sicilia dei parametri di spending review individuati dal decreto Monti e sui rapporti tra l’Assemblea regionale siciliana e il governo”, l’organo legislativo presieduto da Antonello Cracolici. La commissione è intervenuta sulle modalità di spesa interne al Parlamento, comprese le indennità dei deputati regionali e i fondi destinati ai gruppi parlamentari.
Dodici articoli compresa la norma finale, che prevedono persino delle sanzioni a carico non solo dei deputati, ma anche degli assessori in caso di mancata partecipazione ai lavori parlamentari.
Cracolici spiega che il ddl ha subito alcune modifiche nel corso della riunione di oggi: “Tra queste la riduzione del 75 per cento circa del contributo ai gruppi parlamentari per ogni singolo deputato. Il contributo in sostanza passa dai 2400 euro mensili attuali a circa 700 euro. Ma anche novità per il trattamento di fine mandato per i deputati – conclude -, che viene esteso ad un massimo di dieci anni”.
Il ddl ridefinisce le competenze per “difendere il ruolo del Parlamento”, come ha sottolineato il deputato Pd, che intende portarlo in Aula entro fine luglio, anche con uno sguardo rivolto a quello che sarà il futuro, quando, già si sa, nella prossima legislatura il parlamento subirà un profondo mutamento, con la diminuzione del numero di deputati da 90 a 70. Mantenuto infine lo storico parametro – risalente al 1965 – che equipara il Parlamento regionale al Senato. La scorsa settimana la commissione aveva già deciso la riduzione dell’indennità dei parlamentari regionali, che scenderà dagli attuali 18 mila euro circa ad 11 mila euro lordi omnicomprensivi. Le nuove regole finanziarie all’Ars, una volta approvate, entreranno in vigore dal gennaio 2014.